“Incomprensibile fare ricorso e poi non dimettersi”, Giliberti striglia i suoi

Attraverso un post su facebook, Mauro Giliberti dichiara: ” Il centrodestra ha l’occasione di alzarsi dalle sedie e superare i personalismi con le primarie ed il voto subito. Invece mi pare non esserci l’unanimità su questo”.

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Acque agitate nel centrodestra leccese. È durata solo poche ore la soddisfazione per la sentenza del TAR che riconsegna a quella parte politica la maggioranza in consiglio comunale.

Motivo della spaccatura le scelte da compiersi nelle prossime ore: dimissioni in blocco di tutti i diciassette esponenti o invece orecchie da mercante all’appello di molti cittadini e strizzatina d’occhio a possibili larghe intese o semplici convergenze con il centrosinistra a guida Salvemini-Delli Noci? A strigliare il manipolo di consiglieri, compresi i subentranti, l’ex candidato sindaco Mauro Giliberti, che in un duro post ha criticato le scelte più attendiste:

Non posso nascondere la mia amarezza.  Il centrodestra ha l’occasione di alzarsi dalle sedie e superare i personalismi con le primarie ed il voto subito, partendo da un programma condiviso che è già pronto e dando voce al proprio popolo. Invece mi pare non esserci l’unanimità su questo“.

Giliberti ce l’ha con chi, all’interno del centrodestra, di dimissioni non ne vuole sentir parlare. Un po’ per esigenze personali (vincere una campagna elettorale e poi tornarsene a casa è cosa molto scomoda…), un po’ per questioni politiche (non c’è una leadership certa e i litigi che si sono consumati sia al termine delle scorse amministrative, sia con la compilazione delle liste per le attuali politiche, mettono in scena una coalizione più che spaccata che forse non sarebbe in grado di esprimere una candidatura unitaria a primo cittadino).

Ma Giliberti, vittima delle lacerazioni interne alla sua posizione, di tentennamenti non ne vuole proprio sentir parlare e affonda duro:

Per me si apre una fase di profonda riflessione, perché trovo incomprensibile – specie dopo un ricorso – questo soccorso nei confronti di chi ha apertamente detto di voler addirittura cambiare l’aria all’interno del Palazzo; salvo poi far rientrare da quelle stesse finestre tutto ed il contrario di tutto”.

Mancano poche ore per capire se vinceranno i falchi o le colombe, chi vuole andare in fondo alla battaglia contro Salvemini e Delli Noci, e chi invece preferisce prendere tempo. Se entro il 24 di febbraio i 17 consiglieri di centrodestra si dimetteranno si andrà al voto nella prossima primavera, altrimenti ci sarà tempo per assistere a prove di dialogo più o meno proficue con il centrosinistra.

La nota di FdI-AN

Chiara la posizione del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Lecce, Pierpaolo Signore:

a Lecce come a Roma il partito di Giorgia Meloni non farà mai inciuci con la sinistra o con governi che non siano dichiaratamente espressione di centrodestra. La posizione di Fratelli d’Italia è quella che il centrodestra, unito, lavori immediatamente ad un governo per la città alternativo a quello di Salvemini. Nessun sostegno, dunque, neppure esterno, a governi di altra natura“.

La nota di MPL

Chiara anche la posizione del Movimento Popolare Leccese, espressa da Antonio Lamosa:

La soluzione migliore in democrazia è quella che trovano i cittadini elettori, ecco perché il Movimento Popolare Leccese, che ha sostenuto in modo significativo il candidato Mauro Giliberti con la lista Lecce città del mondo, è convinto che non si possano fare scelte scollegate dalla volontà del popolo. E la volontà del popolo, con un sindaco di centrosinistra e una maggioranza di centrodestra, non è chiara. Per questo sarebbe necessario tornare al voto, allo scopo di stabilire un equilibrio duraturo ed efficace per la civica amministrazione“.

Poi, prosegue:

La città ha bisogno di essere governata politicamente (noi infatti crediamo ancora che la Politica possa fare il suo mestiere) mentre una situazione di incertezza continuativa porterebbe al disorientamento dei cittadini, che già hanno avuto pazienza per 9 mesi e che adesso, tuttavia, hanno inesorabilmente compreso le difficoltà di coabitazione di indirizzi politico-amministrativi contrastanti. Sebbene vi sia un rischio ancora più grande per la città, ovvero quello di un commissariamento prefettizio lungo un anno, che impallerebbe la città in tutte le sue ambizioni di crescita“.

Infine, conclude:

Noi non siamo per la confusione e non cerchiamo il miscuglio politico per garantire sopravvivenza ad alcuno ma il sindaco se volesse dar prova di coraggio politico e amore per i cittadini che lo hanno votato potrebbe rimettersi ad un “programma per obiettivi” condivisi, modificando la giunta, in attesa di ridare la parola agli elettori. Non basta la stampella di un paio di consiglieri da sottrarre al centrodestra, serve una legittimazione forte e larga con le espressioni più significative dell’arco politico comunale.  Auguriamoci, quindi, che prevalga il senso di responsabilità, ben oltre le convenienze e gli interessi di pochi“.



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