Antiracket Salento, «La criminalità si mette in ginocchio con la denuncia, le sfilate non servono»

Lecce. Mariantonietta Gualtieri, presidente dell’associazione che da anni opera sul territorio contro il racket, non ha partecipato alla manifestazione di ieri. «Non ci si mette la faccia contro il racket passeggiando per le vie del centro, ma denunciando e presentandosi in Tribunale dopo essersi costituiti come parte civile»

«Adesso  siano loro a chiamare noi per dire organizziamo qualche incontro informativo. Diteci come si fa, diteci  perché conviene denunciare, diteci in che maniera si deve operare… Questo nostro è un vero presidio antiracket convenzionato con il Ministero dell’Interno, quindi direttamente collegato con l’Ufficio del Commissario Antiracket del Governo». Mariantonietta Gualtieri è un fiume in piena, la manifestazione di ieri le è sembrata troppo coreografica e di poca sostanza.

«Dopo anni di lavoro e al prezzo di innumerevoli sacrifici nasce un grande progetto di sensibilità sociale e culturale per la lotta alla criminalità, al racket e all’usura. Un percorso nato dalla volontà e dalla determinazione della dott.sa Maria Antonietta Gualtieri che, nel tempo ha costruito quello che possiamo considerare l’unico vero sistema antiracket per il territorio. Tutto nasce dalla costituzione di ANTIRACKET SALENTO, la cui presidente, qualche anno fa propose al Sindaco di Lecce la creazione di uno Sportello Comunale Antiracket per l’assistenza alle vittime di estorsione e usura. Da quel momento lo Sportello Comunale è divenuto un punto di riferimento speciale e unico per tutti gli imprenditori vittime dei reati in questione: negli anni sono stati prodotti significativi risultati in termini di denunce, assistenza alle vittime per le pratiche di accesso al Fondo di Solidarietà, sospensioni dei termini , raccolta di informazioni trasmesse puntualmente alla Procura della Repubblica, interventi per accesso al credito, sostegno psicologico e assistenza legale e tecnica. Attività che oggi vengono considerate necessarie  e irrinunciabili, ma inesistenti prima

Se dell’Associazione Antiracket Salento ne hai solo sentito parlare per la sua meritoria attività sul territorio, ma non ne sai di più, basta andare sul sito internet ed informarti. E la storia di questa associazione e delle sue battaglie contro il racket nel Salento e fuori dai confini territoriali ti balza immediatamente agli occhi.
Ma a balzare agli occhi di tanti, ieri, è stata proprio l’assenza di Mariantonietta Gualtieri al corteo che ha visto sfilare per le vie della città fino al Palazzo della Prefettura i rappresentanti delle istituzioni locali e quelli delle associazioni di categoria oltre a tanti cittadini che hanno voluto gridare forte il loro «no» alla mafia in un momento di grave recrudescenza del fenomeno.

Ma lei non c’era. Mariantonietta Gualtieri a quella manifestazione non ha partecipato. E così oggi leccenews24.it le ha voluto chiedere il perché.
«Guardi, in questo ufficio giornalmente riceviamo tante persone per il ripianamento di situazioni debitorie che richiedono pratiche complesse per il raggiungimento del buon esito e siamo sempre molto indaffarati, proprio come ieri pomeriggio. Ma non mi nascondo certo dietro a un dito. Non c’ero perché sono conosciuta come una persona concreta e non volevo smentirmi.»

Smentirsi da cosa, dottoressa

«Dissento da questo genere di manifestazioni che mi sembrano troppo scenografiche e poco concrete»

Chi ha sfilato ieri, però, ci ha voluto mettere la faccia

«Assolutamente no! La faccia ce la mettiamo noi quando ci presentiamo in Tribunale per la costituzione di parte civile, quando ci sediamo di fronte ad un Giudice quasi gomito a gomito con chi è accusato – e quasi sempre condannato – per aver commesso quei reati contro i quali ieri si diceva di sfilare…Noi sappiamo cosa vuol dire metterci la faccia, noi e i nostri avvocati»

Per Lei, insomma, la manifestazione di ieri non aveva alcun valore?

«Non dico questo. Dico solo che metterci la faccia non è passeggiare in mezzo alla strada perché è… come dire? Se si manifesta contro qualcosa bisogna raggiungere un obiettivo. E l’obiettivo di ieri qual è stato? È stato come giocare a pallone senza porte. Se non si segna che gioco è?

Sta dicendo che a passeggiare ci vuole poco…

«Dico che passeggiare è inutile. Chi ci garantisce che a passeggiare ieri e a mettersi in mostra non siano stati anche personaggi contro l’agire dei quali si sarebbe voluto sfilare? Non dico che tutti devono venire in Tribunale e stare accanto a noi, perché un’azione così in prima linea è una nostra prerogativa, ma…»

Ma?

«Molto più semplicemente, le stesse associazioni di categoria che erano in prima, seconda e terza fila a sfilare perché non sono venute quando ho organizzato io un incontro invitando loro in un aula del Comune? Hanno disertato tutti…Erano tutti impegnati e l’invito mio e del sindaco era quello di portare i loro iscritti per essere informati  sulle leggi dello Stato e sui servizi di Antiracket Salento  ma non è venuto nessuno. Allora vuol dire che quando si fa davvero c’è assenza, quando si fa per finta ci sono tutti.»

Come si mette in ginocchio la criminalità?

«La criminalità si mette in ginocchio semplicemente con la denuncia davanti a un procedimento penale spesso accompagnato dalla confisca dei beni, questo mette in ginocchio la mafia. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti. Non le nascondo che spero in una maggiore concretezza delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria. Mi aspetto che dalle sceneggiate si passi ai fatti.»

Cosa si aspetta per l’immediato futuro?

«Adesso  siano loro a chiamare noi per dire organizziamo qualche incontro informativo. Diteci come si fa, diteci  perché conviene denunciare, diteci in che maniera si deve operare… Questo nostro è un vero presidio antiracket convenzionato con il Ministero dell’Interno, quindi direttamente collegato con l’Ufficio del Commissario Antiracket del Governo. In questi giorni abbiamo ricevuto dalla segreteria del Consiglio dei Ministri degli incarichi su pratiche fuori regione, per casi particolarmente complicati del nord Italia, perché ci hanno considerato  e riconosciuto come l’associazione antiracket tra la più serie a livello nazionale. E proprio a Lecce dove c’è cotanto presidio, le istituzioni ignorano questa preziosa realtà e preferiscono sbandierare in piazza? Questa manifestazione avrebbe avuto un senso se  si fosse svolta tutti qui, allo Sportello Antiracket per capire come si fa. Quello sarebbe stato un segnale forte alla criminalità perché la criminalità da 12 anni sa chi è Mariantonietta Gualtieri, sa cosa è Antiracket Salento, sanno che operiamo con i fatti perché ci vedono nelle aule dei Tribunali. Questo sì che sarebbe stato un deterrente, un segnale forte. Ma si è voluta ignorare la nostra esistenza.»

Ma cos’è di preciso l’azione antiracket?

«Sono contenta per la domanda perché mi dà finalmente la possibilità di dire a tutti che l’antiracket non è un concetto filosofico, bensì un concetto giuridico, tecnico, ben specifico che presuppone conoscenza delle procedure ,delle leggi e dell’operatività concreta e fattiva sul territori. Antiracket non può essere uno slogan, perché riguarda tragedie umane; antiracket è una materia di studio, una giurisprudenza a parte e se qualcuno in questa città vuol sapere come si fa deve venire qui se veramente ha intenzione di aiutare i propri  iscritti e gli imprenditori.»