Giorgio Pala, consigliere di opposizione eletto tra le fila di Fratelli D’Italia è finito, nella tarda serata di ieri, nel mirino di qualche “leone da tastiera” che ha ben pensato di riempire la sua pagina Facebook di offese poco lusinghiere, alcune delle quali hanno toccato anche la sua famiglia. È lo stesso Presidente della X Commissione – Controllo della Gestione e degli Strumenti di Programmazione a raccontare l’accaduto con un lungo post.
«Nella serata di ieri ho subito un attacco con un metodo denominato “shit storm” (per chi conosce l’inglese la traduzione è inequivocabile): qualcuno, sicuramente qualche leccese invidioso o ossessionato, ha pagato un sito che controlla una cinquantina di profili stranieri, probabilmente hackerati. Questi 50 profili hanno commentato, tutti insieme e con gli stessi 4-5 commenti ripetuti e alternati, le mie ultime foto su Facebook e gli ultimi post sulla pagina del mio partito con insulti vari».
La tempesta…
Pala ha dovuto leggere frasi che spaziavano dal «raccomandato» al «pezzo di merda», ma quello che lo ha colpito di più è il commento che riguardava i suoi genitori: «ma è vera la storia che la famiglia di Giorgio Pala è mafiosa?».
«Mia mamma e mio papà, giusto per inciso, sono due stimati medici: sono purtroppo separati fin da quando ero bambino, ma hanno avuto la forza di trasmettermi valori e disciplina» ha continuato Pala.
«Posso capire le critiche politiche, posso ridere di fronte a certi insulti, posso avere tanta pazienza ma vi prego: non mettetevi in bocca la mia famiglia. È vile. Anzi è da codardi, poiché chi lo ha fatto si è nascosto dietro 50 profili hackerati».
È palese a tutti che chi risiede in Costa Rica o nelle isole Fiji non può sapere nulla o meno di nulla della vita di un giovane ragazzo con la passione per la politica. Per questo il consigliere del partito capitanato da Giorgia Meloni non ha dubbi: «chi si nasconde dietro tale attacco informatico ha un nome ed un cognome chiaramente italiani, anzi leccesi».
Nonostante sia chiaro che si tratti di uno dei fenomeni più brutti dei social, ciò non toglie che l’attacco non può passare come una goliardata. «Ho passato una “splendida” mattinata alla Digos, con un piccolo ritorno anche nel pomeriggio: ho ovviamente denunciato l’accaduto e mi dispiace per il furbastro che è appena finito nel mirino delle autorità competenti, poiché risponderà in particolare dei reati previsti dagli artt. 341bis (oltraggio a pubblico ufficiale) e 595 (diffamazione con aggravante verso rappresentanti di corpi politici) del Codice Penale».
«Fare politica oggi è difficile, soprattutto per un giovanissimo: si entra in una spirale di odio insensato da parte di chi, purtroppo, per invidia e frustrazione gode nell’insultare chi con senso del dovere rappresenta le istituzioni. Mi scuso con la mia famiglia se la mia passione politica a volte porta ad essere un po’ troppo esposti a certi vili gesti, ma il mondo funziona così e bisogna andare avanti. Non ci ferma nessuno, men che meno qualche pagliaccio» conclude.
A Giorgio Pala va la solidarietà della redazione di Leccenews24.