‘Il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata, così come scritto, di fatto non si incarica di rivedere il titolo V della Costituzione italiana. Mette, piuttosto, in discussione l’unità nazionale, consente alle regioni ricche di trattenere il proprio residuo fiscale senza creazione di un fondo perequativo pur costituzionalmente previsto all’art. 119 e aumenta le disgregazioni’.
Sul disegno di legge approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, in merito a “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, il Sindaco di Lecce Carlo Salvemini ha voluto esprimere valutazioni chiare e inequivocabili, invitando il Governo e Giorgia Meloni a fermarsi un attimo e a riflettere.
‘Siamo di fronte a una questione politica enorme – dice Salvemini- che mette in discussione diritti di cittadinanza, efficacia delle politiche pubbliche, organizzazione dello Stato frantumato in un sistema di comuni, città metropolitane, regioni a statuto speciale, regioni ad autonomia differenziata, regioni a statuto ordinario’.
Il rischio è che tutto possa sembrare una cambiale elettorale pagata alla Lega e ai mal di pancia dei Governatori del partito di Matteo Salvini desta parecchie preoccupazioni. Quando Umberto Bossi parlava di ‘federalismo’ erano davvero in pochi a credergli fuori dai confini padani, adesso invece tutto sembre essere possibile dopo che il Titolo V della Legge Fondamentale dello Stato è stato più volte manomesso, da sinistra a destra. Stride la concessione che la Premier Giorgia Meloni fa al provvedimento pensato dal Ministro Calderoli con quelle che erano da sempre le sue convinzioni, ovvero l’intangibilità dell’unità nazionale e del diritto degli Italiani ad avere gli stessi diritti e le stesse prestazioni da Aosta a Lecce, da Udine a Palermo.
‘Sulla autonomia differenziata serve che tutti facciano un passo indietro – prosegue il primo cittadino di Lecce -. Il premier che deve tenere ferma la posizione del 2017; Fratelli d’Italia e Forza Italia che devono ribellarsi al ricatto secessionista della Lega; il centro sinistra, che si incaricò sbagliando di prevedere nell’ambito della riforma del titolo V il terzo comma dell’art. 116 da cui tutto nasce’.
“Ribadiamolo – conclude Salvemini – l’autonomia regionale differenziata è una questione politica enorme. Che mette in discussione diritti di cittadinanza, efficacia delle politiche pubbliche, organizzazione dello Stato frantumato in un sistema di comuni, città metropolitane, regioni a statuto speciale, regioni ad autonomia differenziata, regioni a statuto ordinario”.