
Una piaga che si è abbattuta violentemente contro alcuni agricoltori salentini, un danno ambientale ed economico che sta causando pesanti ripercussioni e altre ancora potrebbe causarne. Da quando è stato lanciato l’allarme della xylella fastidiosa, il batterio killer che sta provocando il rinsecchimento di migliaia di alberi d’ulivo secolari nel Salento e che provoca l’imbrunimento del legno e ne debilita lo stato vegetativo, se ne sono sentite di tutti i colori e l’argomento ha meritato la ribalta fra uomini politici, società civile e opinione pubblica.
Ora si è arrivati ad una svolta importante. Questa mattina, infatti, presso la sede distaccata della Regione Puglia a Lecce l’assessore regionale alle Politiche Agroalimentari, Fabrizio Nardoni, ed il dirigente dell’Osservatorio regionale fito patologico, Antonio Guario hanno comunicato le conclusioni a cui si è giunti dopo il perfezionamento della fase uno. Fase che consisteva nel monitoraggio attento e preciso di tutte le zone ed i vivai che potevano essere interessati dal problema ed in cui il batterio aveva già agito o poteva propagarsi.
Le notizie possono ritenersi confortanti. Una dolce pillola che può far tirare un minimo sospiro di sollievo in un momento difficilissimo in cui è troppo semplice farsi prendere da facili catastrofismi. Nell’individuazione della zona X, quella critica in cui bisognerà agire per eliminare il batterio e cercare di limitarne il contagio, infatti, si è giunti a capire che i vivai in cui si dovrà agire e che dovranno essere chiusi sono situati in una zona abbastanza delimitata. In particolare l’area già toccata dalla xylella resta quella compresa in 8mila ettari ricadenti nei Comuni di Alezio, Racale, Melissano, Gallipoli, Ugento, Taviano e Parabita. Allo stato attuale delle cose, quindi, si escludono ripercussioni su tutta la fascia adriatica della provincia di Lecce, ma soprattutto non ci sarebbe pericolo di contagio né per quel che riguarda la Provincia di Taranto, che tantomeno per quella di Brindisi.
Gli accertamenti continuano ma ora l’obiettivo prioritario sarà quello di dimostrare ciò alla Commissione europea. Il 28 novembre, infatti, ci sarà il primo incontro in cui gli esperti che si sono occupati della vicenda presenteranno tutta la documentazione per dimostrare la validità della loro tesi e convincere il Parlamento europeo ad esprimere parere favorevole nel successivo tavolo, quello del 15 dicembre, in cui si decideranno le sorti dei vivai tarantini e brindisini (circa la loro chiusura o meno).
L’assessore Nardoni ha ribadito ciò durante la conferenza ed ha aggiunto: “La Regione ha messo in campo le risorse per affiancare l’Osservatorio nel complicatissimo lavoro che è stato fatto fin qui. Risorse che, però, non sono sufficienti alla quantità di lavoro che è stata fatta e che bisognerà fare. Per ora ci siamo limitati al monitoraggio, ora bisognerà passare alla seconda fase che sarà quella di agire nelle campagne per evitare il contagio ed eliminare il batterio dove è già presente. In questa fase ci servirà una quantità di risorse economiche molto superiore a quella utilizzata fino ad ora. Sarà importantissimo quindi che il Ministero ci dia il suo contributo che fino a questo momento non è arrivato”.
Nardoni poi continua: “Fino a questo momento la Regione ha già stanziato 378mila euro ed altri due milioni di euro saranno stanziati e liberati dal patto di stabilità. Inoltre, stiamo cercando di definire degli aiuti per dare una mano agli agricoltori in difficoltà”.
L’assessore, infine, conclude il suo intervento con una nota polemica: “Di cose se ne sono dette tante in questo periodo, molti hanno parlato senza sapere. C’è chi addirittura ha messo in dubbio la presenza del batterio, accusandoci di averlo usato solo in funzione di una strumentalizzazione politica. Magari fosse stato così. Non sono stato io ad aver certificato la presenza della xylella. Uno scienziato americano è venuto giù da noi ed ha constatato il problema, facendoci anche i complimenti sulla celerità con cui è stato individuato il batterio e si è cercato di intervenire”.