Caos Lega, le primarie fanno saltare i nervi e c’è chi parla di provvedimento disciplinare a Marti

Il giorno dopo le primarie si discute in casa del Carroccio. Il 7% racimolato smuove le acque dei rapporti tesi tra Andra Caroppo e il senatore leghista.

È una Lega stressata quella che si lecca le ferite il giorno dopo le primarie del centrodestra. Che si sia trattata di una debacle, infatti, non ci sono dubbi. Tutta la questione sta, piuttosto, nel capire di chi sono le colpe dello scarso risultato del Carroccio, così scarso che nemmeno i più pessimisti all’interno del partito di Matteo Salvini – visti i venti di guerra che soffiavano sui presunti tradimenti interni – se lo sarebbero aspettato.

Certamente nulla si potrà dire al candidato Mario Spagnolo che si è presentato con lo spirito giusto, senza sgomitare, e mantenendo i livelli della competizione sempre su un binario di correttezza ed eleganza. Piuttosto, ne escono male le figure istituzionali che rappresentano la Lega, incapaci dapprima di mandare allo sbaraglio il candidato e poi di sostenerlo e supportarlo, costi quel che costi.

In una conferenza stampa convocata in fretta e furia all’indomani del voto, il Coordinatore cittadino e il Coordinatore provinciale (Andrea Caroppo, Coordinatore regionale, non era presente) non hanno avuto dubbi nell’addebitare al senatore Roberto Marti le cause dei numeri molto bassi nel partito che ha nel suo simbolo Alberto Giussano. Spagnolo non ha esitato a parlare di tradimento politico.

“Sono figlio di un tradimento politico – ha dichiarato Spagnolo – o sono morti gli elettori dello scorso 4 marzo, oppure hanno votato altri candidati, è una questione matematica. Come segretario cittadino esigo delle spiegazioni in merito, a livello nazionale”. Spagnolo ha addirittura detto di aspettarsi provvedimenti da parte del partito, dagli organi deputati a doverli assumere.

Elisa Rizzello ha glissato sugli aspetti disciplinari, “i voti della Lega di ieri sono usciti e sono frutto del lavoro di Mario. Quando si è liberi da tutto, si è liberi anche di dire, e questo siamo, persone perbene che sono libere di dire qualsiasi cosa”. Ma il suo sostegno totale al segretario cittadino fa capire che nel partito i fronti sono ben chiari: da una parte Andrea Caroppo che dovrà giustificare i risultati insoddisfacenti a Matteo Salvini e agli stati generali della Lega, dall’altra Roberto Marti che, invece, si sente battitore libero e ha dimostrato, anche in queste primarie, di voler giocare su più tavoli, intessendo rapporti e trame politiche la cui ricaduta è attesa per le comunali e le regionali.

Ma il solco tra i due è segnato e i rapporti tesi sono finalmente venuti allo scoperto a differenza di quanto si sosteneva poche settimane fa addebitando alla stampa elucubrazioni lontane dal vero.



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