Caporalato, come combatterlo? UIL Puglia:’Trasporto pubblico per i lavoratori nei campi’

‘Se fosse il pubblico ad attrezzare i trasporti dei lavoratori nei campi si darebbe un colpo gravissimo ai caporali’. Questa l’idea di Aldo Pugliese, segretario generale UIL Puglia, fattaci pervenire tramite un comunicato stampa.

Il fenomeno del caporalato è lo schiavismo dei nostri tempi.  Per sconfiggerlo, serve un impegno serio. Se fosse il pubblico ad attrezzare il trasporto dei lavoratori verso i campi, ad esempio, si darebbe un colpo gravissimo ai caporali. L’idea è del segretario generale della Uil Puglia, Aldo Pugliese. “Ogni tanto c’è chi cerca di inventarsi qualcosa – dice in una nota stampa pervenutaci in redazione – come fa il governo con la Cabina di regia che regola il lavoro agricolo: un doppione di altri organismi esistenti che non produce nei fatti alcun effetto”.

Invece, le leggi ci sono e andrebbero applicate. La Puglia, ad esempio, in parte lo fece ai tempi del primo governo Vendola, quando grazie a pressanti ispezioni si riuscì a bloccare l’odioso fenomeno. Poi, più nulla. Ed è questo l’errore: “Siamo di fronte a un evento consolidato che va combattuto con continuità e decisione”. Secondo la Uil è invece necessario un contrasto effettivo. Avviando, nel frattempo, un controllo con l’aiuto della Regione, degli enti locali, del sindacato e sotto il coordinamento delle Prefetture.

Se il pubblico entrasse davvero nel merito e si occupasse del trasporto dei lavoratori – sostiene Pugliese – sarebbe anche possibile organizzare il lavoro di ispezione, controllare la regolarità contributiva delle aziende e soprattutto la congruità del rapporto tra produzione ed occupati, da cui si può capire quanta gente effettivamente lavora”.

Insomma, i mezzi ci sarebbero, ma sussiste un timore: “La Regione è in fortissimo ritardo col Piano di Sviluppo Regionale 2007/2013 – conclude Pugliese – per cui rischia di perdere contributi. Non vorremmo che, pur di non perderli, finisse con concederli a chi invece sfrutta i lavoratori. Sarebbe una beffa concedere premi a chi non li merita. Se così fosse, molto meglio restituire il denaro a Bruxelles”.



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