Nel centro storico troppi ristoranti e pub, per Salvemini bisogna favorire la diversificazione. E lancia la sfida del nuovo Pug

Agevolando i cambi di destinazione d’uso per quegli edifici che oggi sono inutilizzabili, secondo l’ex sindaco sarà possibile rilanciare l’economia di un quartiere in flessione.

Continua il giro per le strade e per i quartieri di Carlo Salvemini, candidato a sindaco del centrosinistra. In questi giorni, il primo cittadino uscente ha avuto il centro storico della città come perimetro di incontri elettorali.

‘Ho raccolto commenti sia sui provvedimenti assunti nei 18 mesi di governo che sul lavoro che ci attende per rispondere a nuovi bisogni e necessità. Ho compreso, una volta in più, quanto spesso le critiche di pochi facciano più rumore degli apprezzamenti silenziosi di molti. Ho parlato di allargamento dell’isola pedonale, aggiornamento del regolamento della ztl, regole su arredi dehors e occupazione del suolo pubblico, programmazione urbanistica e commerciale’.

Per Salvemini, insomma, è l’ora di anticipare quelle che saranno le linee guida del suo Pug a partire dal centro storico di Lecce in caso di un suo ritorno sulla poltrona più alta di Palazzo Carafa. E la riflessione parte dal fatto che in quella zona che più ha goduto e al tempo stesso più sofferto dell’esplosione turistica insistano troppe attività ristorative o comunque connesse al food.

“Nel nuovo Pug ci occuperemo di favorire gli investimenti e la diversificazione dell’offerta commerciale nel centro storico nel rispetto del valore storico monumentale degli immobili; agevolando i cambi di destinazione d’uso per edifici oggi inutilizzabili (ad esempio da residenziale a commerciale nei piani terra); offrendo ai commercianti che vivono nell’incertezza della natura della propria licenza una possibilità di riconversione, nell’osservanza delle norme igieniche ed urbanistiche e delle esigenze dei residenti (superando così la questione di negozi di vicinato che operano come pubblici esercizi). Il nostro obiettivo è un centro storico che sia un quartiere della città, vivo a tutte le ore e integrato con le esigenze di quanti lo abitano: residenti, lavoratori del terziario, turisti e visitatori”.



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