Caso Xylella, il punto di vista dei vigili del fuoco chiamati ad agire nel piano Silletti

Il piano Silletti non parte ancora per l’esigenza di fare ulteriori approfondimenti, come da disposizioni UE. Nonostante tutto, il Conapo si dice preoccupato per il coinvolgimento dei caschi rossi nelle operazioni che prevedono l’uso di pesticidi.

Il “complesso del disseccamento rapido dell’olivo” è fatto grave, di cui si sta scrivendo da tempo. Ricerche, appelli della politica, fino ad arrivare al coinvolgimento dell’ Unione Europea, si stanno susseguendo allo sfinimento.
La Comunità Europea si è espressa considerando il batterio un patogeno particolarmente pericoloso ed ha imposto con l’ordinanza CDPC 225/2015 un commissariato per l’emergenza che ha elaborato un piano per il contenimento dell’epidemia al quale verrà dato seguito nei prossimi mesi. Le misure, si sa, prevedono, in soldoni, il controllo delle erbe infestanti degli oliveti per mezzo di metodi meccanici, l’eradicazione delle piante contaminate in una fascia di territorio utile ad ostacolare il propagarsi del contagio e il trattamento, in più step, di tutti i 95.000 ettari coltivati ad olivo della provincia di Lecce, con insetticidi, a partire dal prossimo mese di aprile.
 
Eppure, ombre si stanno allungando sull’effettiva “responsabilità” della Xylella. In base a dati portati a conoscenza dalle associazioni locali – come l' Ong pugliese Peacelink che in audizione ha sottolineato che "non c'è certezza scientifica che affermi che sia la Xylella la responsabile primaria del disseccamento rapido degli ulivi del Salento" – la stessa Commissione ha demandato un' ulteriore indagine scientifica all'EFSA (Autorità europea di Sicurezza alimentare). In attesa dei risultati, nelle prossime riunioni del Comitato Permanente Ue sulla Salute delle Piante, del 26 e 27 marzo, non verrà presa alcuna nuova decisione. Intanto, il Commissario all'Ambiente ha ufficializzato il suo viaggio a Lecce per visitare l'area con una squadra di esperti della Commissione.

Perplessità, quindi, sulle certezze di ieri. Ad esprimere disappunto anche il sindacato dei Vigili del Fuoco, il Conapo, per bocca del segretario provinciale Giancarlo Capoccia, in merito agli uomini e ai mezzi chiamati ad occuparsi delle attività “anti-xylella”. “Il CONAPO non intende sindacare sull’opportunità e sulla presunta efficacia di una simile operazione ma si deve tenere presente che i Vigili del Fuoco leccesi, durante i mesi estivi, sono chiamati a risolvere una quantità innumerevole di interventi per gli incendi di sterpaglie che si sviluppano in aree incolte e, molto spesso, tali incendi interessano anche gli oliveti”.

E ancora “Quest’anno tutti gli oliveti salentini saranno trattati con grandi quantità di insetticidi e sarà inevitabile che gli operatori  VF vengano a contatto con queste sostanze che hanno una pericolosità per l’uomo tanto più grande quanto più è breve il tempo trascorso dall’irrorazione. Pertanto ci sembra necessario che via sia una grande attenzione di tutti gli organi coinvolti attivamente nel problema prendendo, per tempo, gli opportuni provvedimenti. Nello specifico – continua Giancarlo Capoccia – il CONAPO ritiene indispensabile che venga fatta una buona informazione agli operatori e che vengano predisposte delle procedure operative specifiche. Sarà inoltre necessario che giungano, dagli organi deputati alle azioni di contenimento dell’epidemia, informazioni precise su tempi e luoghi delle irrorazioni e sui fitofarmaci impiegati e che tali informazioni siano facilmente ed immediatamente fruibili da tutti gli organi, Vigili del Fuoco in primis, ed i tantissimi volontari che ogni stagione estiva si impegnano nella lotta agli incendi boschivi operando a diretto contatto con queste zone trattate. Soprattutto questi ultimi, in considerazione della natura del loro impegno e del livello di protezione personale attuabile, devono essere tutelati dalle autorità competenti”.
 
Un ultimo pensiero di preoccupazione il CONAPO – conclude Giancarlo Capoccia – lo rivolge per l’esposizione, involontaria quanto inevitabile, alla quale i cittadini eventualmente investiti dal fumo dei tantissimi incendi che fatalmente riguarderanno le zone trattate dovranno subire”. 

Intanto nel primo pomeriggio in Commissione Agricoltura al Senato, nel corso dell'audizione, insieme al vicepresidente vicario nazionale di Copagri, Alessandro Ranaldi, è intervenuto Fabio Ingrosso, presidente Copagri Lecce "Prima di prevedere ed avviare una selvaggia eradicazione delle piante, è importante anzi necesario, muoversi nella direzione della promozione di una seria ricerca della situazione reale, sulle cause e sulle possibili concrete e funzionali soluzioni da intraprendere . E' in questo che occorre investire prima di procedere con risposte radicali che probabilmente sono evitabili".



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