Il cambiamento di Lecce voluto da Carlo Salvemini e Alessandro Delli Noci era cominciato con uno slogan – «Stampagnati le fenesce» – per far entrare aria nuova dopo venti lungi anni di Governo del centrodestra. Quel centrodestra che oggi ha ritrovato l’unità, decidendo di chiuderle. Di sbarrarle senza lasciare spirargli, mettendo fine all’amministrazione dopo appena 18 mesi.
Dopo il consiglio comunale di questa mattina, i 17 consiglieri di centrodestra, eletti nel 2017 nelle file della coalizione a sostegno di Mauro Giliberti, si sono presentati davanti al notaio Tavassi e questa volta pare non ci siano stati colpi di scena. Non ci sono stati impedimenti dell’ultimo minuto, come accaduto in quel famoso appuntamento mancato per il viaggio in Thailandia di Paola Gigante. Hanno firmato tutti per sfiduciare il primo cittadino.
Che non ci fossero i presupposti per continuare è stato chiaro dopo il voto che ha approvato la manovra di riequilibrio pluriennale. Carlo Salvemini non ha più la maggioranza. Un primo strappo c’era già stato durante la votazione sul caso della Lupiae Servizi, quando i consiglieri di Prima Lecce (quelli che avevano sottoscritto il patto per la città con il primo cittadino), si erano astenuti per lanciare un segnale, ma questa volta è impossibile tornare indietro.
Tutto, mentre Carlo Salvemini ha convocato una conferenza stampa all’Open Space di Palazzo Carafa per annunciare le sue dimissioni.
