“Serve il voto immediato degli iscritti”, non ci sono altre possibilità secondo Barbara Lezzi per legittimare quello che definisce un ‘repentino cambio di linea’ del M5S che ha deciso di ritornare sui suoi passi non mettendo alcun veto su Matteo Renzi e su Italia Viva per la formazione del governo Conte-ter all’indomani della crisi.
Acque agitate nel Movimento Cinque Stelle, dicevamo, nella fase più delicata che segue la fine delle consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con l’affidamento di un mandato esplorativo al presidente della Camera Roberto Fico. La senatrice salentina non ha affatto gradito l’ennesima sterzata dei pentastellati che nel pomeriggio di oggi tramite Emilio Carelli e il portavoce Vito Crimi hanno fatto cadere ogni pregiudiziale su Renzi. Il senatore di Rignano sull’Arno solo qualche giorno prima era stato considerato incompatibile con qualsiasi altra maggioranza avendo causato, a detta dei grillini, una crisi istituzionale gravissima.
L’esigenza di dare stabilità alla Repubblica passa anche da queste forche caudine renziane per lo stato maggiore dei pentastellati. Ma non tutti la pensano così. Di Battista, Lezzi e Morra hanno fatto sapere che loro non faranno marcia indietro, che non si può ancora una volta derogare ai principi-guida del movimento. E se c’è chi minaccia scissioni (Morra), c’è anche chi chiede più pacatamente, ma altrettanto decisamente, di rivolgersi agli iscritti attraverso la piattaforma Rousseau.
‘I due governi formati dal 2018 hanno visto centrale il voto dei nostri iscritti. Anche in questo caso è necessario’ ha scritto Barbara Lezzi in un post su Facebook.
Davvero strano il caso che si potrebbe verificare se per accettare i dictat di Matteo Renzi, la maggioranza dovesse perdere un numero di senatori grillini che manderebbero a carte quarantotto il paziente puzzle istituzionale costruito in questi giorni sotto lo sguardo del Capo dello Stato.
Nel frattempo la campagna vaccinale va a rilento e la crisi economica non sta certo alla fine. Anzi….
Il presidente della Camera, nel frattempo, avrà tre giorni di tempo con il suo mandato esplorativo per vedere se si può ricostruire una maggioranza, con o senza Conte. Dal Colle mettono fretta, il Paese non può aspettare.
