Stefano lascia il Pd e attacca Emiliano: ‘In Puglia il sodalizio con il Civismo è opaco e di convenienza’

Con un gesto clamoroso, il senatore salentino Dario Stefano restituisce la tessera del Pd al Segretario Enrico Letta. Dura accusa ad Emiliano: ‘ln Puglia il Pd sta instaurando un sodalizio con un civismo opaco e di convenienza, in una pura logica di scambio di voti’.

Dario Stefano non si candiderà nella lista del Partito Democratico alle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Con un gesto clamoroso, il senatore salentino restituisce la tessera del Pd al Segretario Enrico Letta, quel segretario che nel momento in cui era subentrato a Nicola Zingaretti gli aveva chiesto di rimuovere la sua autosospensione dal partito, pur avendo condiviso le ragioni che lo avevano portato a quella scelta.

“E’ stata una bella esperienza, che non posso proseguire oltre, se questo mi costringe a rinnegare i miei valori. Per queste ragioni, non vedrete scritto il mio nome sulle schede elettorali sopra o accanto al simbolo del Partito Democratico”. Con queste parole si conclude un’esperienza lunga, corposa, segnata da tante pagina di vita politica.

La scelta di Dario Stefano è un forte j’accuse nei confronti della leadership del partito non solo a livello nazionale ma anche e soprattutto a livello regionale. E del resto, in questi giorni, nella travagliata vicenda sulla compilazione delle liste elettorali che sta agitando il Partito Democratico nella faticosa ricerca della quadratura del cerchio che possa accontentare il Governatore di Puglia, Michele Emiliano, che vuole premiare le forze civiche con cui ha intrapreso un cammino che ha portato ottimi risultati nelle urne, sembrava evidente che fosse proprio il seggio di Dario Stefano quello sul ‘limitar di Dite’, quello insomma un po’ più in bilico.

“In Puglia il sodalizio del Pd con i Civici è opaco, di convenienza, in una logica di scambio di voti”

Dario Stefano con carattere non aspetta di ricevere brutte notizie, ma prende di petto la questione e ribalta la contesa nel campo nazionale. Ci va duro pesante con le parole, senza paura di provare a giocare sul filo del rasoio di equilibri che sembrano ormai essere saltati. A Emiliano devono essere fischiate parecchio le orecchie: ‘In un momento in cui è più che mai necessario dimostrare coraggio e avere chiarezza per affrontare e arginare sovranismi e populismi, nella mia regione, la Puglia, il Pd sta invece instaurando un sodalizio con un civismo opaco e di convenienza, in una pura logica di “scambio di voti”, negoziando postazioni istituzionali e luoghi di potere, con cui personalmente non ho ragione di condividere nulla. Men che meno mortificare principi e convincimenti a cui sono stato educato e su cui ho ispirato e costruito la mia vita, privata e pubblica’.

Dopo la vicenda Calenda, l’addio di Stefano non è certo una bella notizia per Enrico Letta. Una decisione sofferta, quella di Stefano, determinata – a detta del senatore – da una serie di errori di valutazione che il Pd starebbe continuando a inanellare: ‘Errori sia tattici, sia di strategia politica, che rischiano di compromettere i risultati di un intenso lavoro svolto per tutta la legislatura senza soste, e mirato ad arginare, in primis, gli effetti della crisi pandemica ed economica, ma anche una deriva populista e antieuropeista pericolosa per l’Italia e per le prossime generazioni.Questi errori, ormai sedimentati, stanno generando un distacco fatale da quell’anima riformista, progressista e plurale di cui il Pd e l’Italia, tutta, hanno impellente necessità. Il segretario del Partito Democratico a Roma e qualcun altro in Puglia, scientemente, perseguono l’obiettivo di sacrificare proprio quest’anima del partito, pure così importante. Peraltro, è lo stesso partito che nel giro di poche ore fa, ha sacrificato l’Agenda Draghi per un indistinto programma generalista”.



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