Decreto crescita, i fondi per il Sud riaccendono lo scontro Lega-M5S. L’ira della Lezzi

Nuovo scontro tra M5s e Lega, stavolta sulla gestione dei fondi europei per il Sud. Colpa di un emendamento al decreto Crescita, poi stralciato.

Un ‘semplice’ emendamento al Decreto Crescita ha riacceso lo scontro tra la Lega, che lo ha firmato, e il Movimento 5 stelle che lo ha approvato con il parere favorevole del relatore Raphael Raduzzi e del viceministro all’Economia Laura Castelli, suscitando l’ira e la rabbia del ministro per il Sud, Barbara Lezzi.

L’ennesimo casus belli nella maggioranza di Governo è scoppiato con il via libera al trasferimento dal dicastero guidato dalla salentina alle Regioni della gestione del Fondo sviluppo e coesione, una ‘cassaforte’ ricchissima di fondi nazionali, per l’80% destinati al Mezzogiorno. «È stata una scorrettezza» aveva dichiarato la pentastellata che ora pretende spiegazioni: «Chi lo ha presentano – tuona – dovrà chiedere scusa».

Cosa prevede?

Nel dettaglio, l’emendamento all’articolo 44, a prima firma Silvana Comaroli, dispone che «per il prossimo periodo di programmazione 2021-2027, le Amministrazioni regionali avranno in capo la titolarità e la gestione di tutte le risorse FSC destinate al territorio regionale». E non si tratta di “bruscolini”, ma di un tesoretto importante. La programmazione attuale (2014-2020) conta in totale oltre 60 miliardi.

Il testo torna in commissione

Mancava solo l’ultimo passo, la fiducia. Alle fine, dopo aver sospeso i lavori, è arrivata la richiesta di far slittare ulteriormente l’esame del provvedimento a questa mattina. L’accordo nella maggioranza è stato trovato nella notte: la norma verrà stralciata e il testo tornerà in commissione per alcuni “ritocchi”. Modifiche meramente tecniche, precisano. A questo punto diventa una corsa contro il tempo perché scade il 29 giugno e deve passare anche al Senato, dove il governo ha già annunciato l’intenzione di porre la fiducia.

 

 

Il ministro dell’Interno però smentisce le voci circolate insistentemente dopo lo scontro. Nessuno scambio con l’Autonomia ha dichiarato Matteo Salvini



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