
Macchinari vecchi, nuove tecnologie assenti, carenza di medici e infermieri, lavori di adeguamento finanziati dal 2007 e mai eseguiti. Un quadro delle disfunzioni piuttosto chiaro illustrato al consigliere regionale Ernesto Abaterusso ad opera di alcuni cardiologi dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Ciò è bastato per prendere carta e penna e scrivere al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, elencando in sintesi le emergenze da affrontare quanto prima nei reparti di cardiologia ed emodinamica. “Tocca alla direzione della ASL di Lecce, naturalmente, registrare i problemi esistenti e porvi rimedio – dice Abaterusso nella lettera al governatore pugliese – ma siccome i mesi e gli anni passano senza che accada nulla, mi pare doveroso metterti a conoscenza di quanta distanza c’è tra i proclami della nostra dirigenza in merito ai servizi dell’emergenza-urgenza e le scelte operative concrete e quotidiane”.
Da sottolineare che il reparto cardiologia-Utic del “Fazzi” rappresenta la struttura di riferimento della provincia di Lecce e, per alcuni servizi, anche di altre province; c’è la sala di terapia intensiva (con pazienti sempre in soprannumero), è presente un laboratorio di elettrostimolazione ed elettrofisiologia per l’ablazione della fibrillazione atriale, ci sono 20 posti per la degenza, si effettua il servizio ambulatoriale, e i relativi esami, sia per i pazienti del Fazzi che per l’esterno. A fronte di questi servizi altamente qualificati erogati ogni anno a migliaia di pazienti gli operatori debbono combattere contro diversi disservizi. A cominciare dalla dotazione tecnologica. In emodinamica esiste un agiografo – strumento indispensabile per intervenire urgentemente nel caso di infarti in atto o da prevenire – vecchio di vent’anni e che si rompe circa una volta al mese. Inoltre i monitor della terapia intensiva sono tanto vetusti che non si trovano più i pezzi di ricambio; manca una Tac coronarica e la risonanza magnetica nucleare cardiovascolare (che risulta uno strumento diagnostico ormai indispensabile e per il cui esame molti pazienti sono costretti a recarsi fuori regione). Da moltissimi anni, poi, è stato richiesto un eco-cardiografo di alta fascia, indispensabile per una cardiologia di 3° livello, e si attende un riscontro in queste settimane.
Capitolo personale: mancano sia i medici (in particolare uno specialista da assegnare all’importante servizio di elettrofisiologia) e ben cinque infermieri sono stati spostati in altri reparti e strutture senza essere mai sostituiti, con il risultato che per 20 posti letti ci sono solo due infermieri per turno. Oltretutto si è ancora in attesa dei lavori, finanziati con l’accordo di programma del 2007, per l’adeguamento e messa in sicurezza del reparto. “Questo è il quadro sintetico ma che mi è stato rappresentato e di cui, caro presidentem ti rendo partecipe con lealtà e fiducia”, prosegue Abaterusso. “La direzione della ASL, anche in virtù di comunicazioni formali e scritte, è a conoscenza da anni di ogni disfunzioni ma sino ad oggi non è cambiato nulla".
“L’importanza e la delicatezza del reparto di cardiologia di riferimento per il Salento dovrebbe spingere tutti, a cominciare dalla direzione della ASL, a non liquidare i problemi ripetutamente sollevati con atteggiamenti burocratici e senza dare mai riscontro alle questioni sollevate;
mi auguro pertanto – conclude – che un tuo autorevole intervento serva a trovare nei tempi giusti le risposte necessarie per garantire il bene dei pazienti”.