Il destino diverso di Conte e Salvini. Il M5S perde il 17%, la Lega l’8,5%…ma uno ha vinto e l’altro ha perso…

Salvini e Conte si leccano le ferite: ma uno dall’alto del suo 15,49% viene considerato il ‘salvatore della patria grillina’ e l’altro, dal basso del suo 8,89%, viene considerato l’artefice dell’insuccesso padano.

La politica è strana. Ci sono due segretari che volgendo lo sguardo al 2018 dovrebbero versare fiumi di lacrime, ma uno viene osannato e considerato l’artefice di una rinascita e l’altro viene invece deriso al punto che sono in tanti a chiedergli le dimissioni. Stiamo parlando di Giuseppe Conte e Matteo Salvini, a capo rispettivamente di Movimento Cinque Stelle e Lega.

Cinque anni fa, dopo le elezioni del 2018, si apprestavano a governare insieme dando vita al primo esecutivo gialloverde, dall’alto del 50,1% dei consensi (32,7% dei grillini e 17,4% dei leghisti). Oggi, 5 anni dopo si leccano entrambi le ferite: ma uno dall’alto del suo 15,49% viene considerato il ‘salvatore della patria grillina’ e l’altro, dal basso del suo 8,89%, viene considerato l’artefice dell’insuccesso padano. Eppure Conte ha lasciato sulla strada il 17,21% e Salvini ‘solo’ (si fa per dire…) l’8,51%.

Perchè questa chiave di lettura così diversa? Si dirà: perchè i Cinquestelle erano dati per morti, sotto il 10%, e invece si ritrovano sopra al 15%; mentre la Lega si stimava sopra al 10% e invece si trova ben al di sotto. Se si pensa poi che nel 2019, all’indomani delle elezioni europee, i seguaci di Alberto da Giussano erano arrivati al 34,3% il gioco è fatto…

Ma ciò che è strano è che a chiedere la testa di Salvini, irriso anche dalla Serracchiani del Pd – che chiamata a commentare il risultato dei dem ha volto lo sguardo verso il dato insoddisfacente dei leghisti – siano proprio quei membri del partito che hanno costretto Salvini ad entrare nel Governo Draghi lasciando le praterie dell’opposizione alla sola Giorgia Meloni che ha capitalizzato tutto il consenso.

Quindi siamo al paradosso che i responsabili della sconfitta della Lega chiedano a Salvini di dimettersi quasi che avesse scelto lui, contro tutti e contro tutto, di andare al governo insieme al Pd e al M5S. Chi parla di coerenza negli altrui schieramenti dovrebbe guardare in casa propria e giudicare se stesso. Inutile addebitare a Salvini – come causa del successivo tracollo elettorale – la fine del Governo Draghi, persona al di sopra di ogni sopsetto e di ogni giudizio per competenza e rettitudine morale. Ma il dato è inequivacabile: gli Italiani hanno premiato chi si è discostato da Draghi (FdI e M5S) e hanno punito chi è restato al suo fianco. Piaccia o no questa è la democrazia. Se il Governo Draghi fosse durato di più, i consensi dei leghisti sarebbero diminuiti e non aumentati. Mentre quelli di Conte e Meloni sarebbero esplosi…

Salvini, poi, a dire il vero, tante volte se le cerca con una sovraesposizione mediatica di cui dovrebbe fare a meno, ma questi sono solo e soltanto problemi suoi. Adesso ha scelto di stare ‘pappa e ciccia’ con la Meloni. Ha capito che quella è la minestra da mangiare se non vuole buttarsi dalla finestra.

‘Saremo protagonisti con il 9% e 100 parlamentari nel prossimo governo di centrodestra – dice Salvini in conferenza stampa -. Non è questto il risultato per cui avevamo lavorato, ma va bene uguale. Prima avevamo il 17% ed eravamo visti come comparse fastidiose. Adesso è tutto diverso. Se la Lega fa la Lega non ce n’è per nessuno’. D’accordo, ma ne parli con Zaia, Fedriga e Fontana, caro Salvini. Possibilmente prima dell’insediamento del nuovo governo, perchè tutto gli Italiani si meriterebbero, tranne che una classe politica chiamata a governare e che continua ancora a litigare.



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