Dopo le polemiche sollevate dall’Accademia della Crusca, non resta che chiedere a gran voce al centrodestra di “uscire il candidato” che correrà per conquistare la poltrona più alta di Palazzo Carafa, sfidando (per ora) il medico Arturo Baglivo, nome del Movimento Cinque Stelle e Carlo Salvemini che ha deciso di riprovarci dopo un “periodo di riflessione”. E invece dall’altra parte della sponda le acque non sono agitate. Di più.
Che il nome di Adriana Poli Bortone fosse destinato a spaccare il centrodestra lo si sapeva da subito. Era chiaro che avrebbe fatto storcere il naso al potenziale concorrente, Erio Congedo. Ma nessuno si sarebbe mai immaginato che avrebbe spaccato persino il partito stesso che lo aveva proposto: Forza Italia.
Già perché, dopo averlo tirato fuori con il suo coordinatore provinciale Paride Mazzotta, in nome dell’unità, la situazione era letteralmente esplosa. All’interno della coalizione c’è chi ritiene che l’unico modo per scegliere il candidato sindaco siano le primarie, una forca caudina sotto la quale la senatrice proprio non vuole passare al punto che, in una riunione, ha incontrato ben nove liste civiche dando la sua disponibilità a mettersi a capo di quello che a tutti gli effetti viene considerato un terzo polo.
«Se il centrodestra ci vuole stare, bene. Vinceremo a mani basse. Se vogliono perdere ancora che si facciano le primarie da soli e si presentino agli elettori». Questa una dichiarazione raccolta alla fine dell’incontro e che la dice lunga sui propositi bellicosi del gruppo, dietro il quale molti notano la longa manus del Governatore di Puglia, Michele Emiliano. Cosa che crea più di un problema ad Alessandro Delli Noci, appena schieratosi accanto a Carlo Salvemini.
I consiglieri uscenti di Forza Italia – Federica De Benedetto, Severo Martini e Luciano Battista – avevano chiesto alla senatrice, in nome dell’unità del centrodestra e alla luce del fatto che erano stati gli azzurri a proporre il suo nome, di fare un passo indietro e di candidarsi alle primarie di coalizione con un appoggio vastissimo «convinti – si legge in una nota – che l’amore per la città e l’obiettivo di darle un’amministrazione alternativa alla sinistra e al Movimento 5 stelle debbano essere prioritari per le decisioni che verranno».
I tre non si sarebbero mai e poi mai aspettati che a smentirli sarebbe stato il coordinatore cittadino di FI, Cristian Sturdà che di far fare le primarie alla ex ministra non ci pensa proprio.
«Adriana Poli Bortone – scrive – merita sostegno convinto e incondizionato da parte di tutti e di certo ogni consultazione primaria sul suo nome risulterebbe superflua, oltre che irriconoscente nei confronti di una donna e di una politica che ha dimostrato con la sua esperienza tutto il suo valore».
Insomma, il partito ne esce lacerato e senza offesa per il valore intrinseco di tutte le civiche che la sostengono anche la candidatura della senatrice perde un po’ di appeal, soprattutto agli occhi di quei leccesi di centrodestra che dopo aver perso le ultime elezioni non gradirebbero un’altra sconfitta.
L’incontro
Quali sigle civiche aveva incontrato in mattinata la Lady di ferro? Andare Oltre, MoviMenti, Fiamma Tricolore, Movimento Regione Salento, Casa Pound, Movimento Popolare Leccese, Azzurro Popolare, Movimento per Lecce e persino Vivere Lecce di Beppe D’Ercole (che non è stato tenero, in passato, con la coazione del centrodestra). Assenti Luca Russo di Movimento in Libertà e Sentire Civico, vicino a Gaetano Messuti.
Al termine della riunione, i convenuti avevano diramato un comunicato nel quale sottolineavano che la candidatura di Adriana Poli Bortone fosse stata proposta proprio da Forza Italia, quasi a voler mettere al muro gli azzurri che saranno costretti a decidere quale strada intraprendere.
