Siamo stati i primi a dire che la campagna elettorale è molto più noiosa di prima, ma dobbiamo riconoscere che è merito del tempo che viviamo se la sobrietà e l’equilibrio, in fondo, hanno primeggiato. Al netto della spocchia e dell’aggressività innate di qualcuno, non si può dire che sia stata una campagna elettorale violenta o spregiudicata, né a livello nazionale né a livello locale.
Alcuni partiti sembrano aver preferito la linea del profilo basso o bassissimo, forti magari di qualche sondaggio, altri hanno fatto il possibile. Altri ancora, arrancando, si sono riposizionati verso l’elettorato di riferimento.
Di buono c’è che è mancato lo scontro e, quindi, il conseguente tentativo di distruggere ed abbattere l’immagine dell’avversario, sono mancate le inchieste giudiziarie che talvolta hanno fatto irruzione in piena bagarre pre-voto ed è mancato l’insulto all’avversario.
E allora proprio brutta non è stata. Poi di certo vincerà chi gli italiani decideranno di fare vincere, come è sempre stato, o come sempre dovrebbe essere.
Abbiamo visto meno facce mute per le strade delle città, meno carta per terra, meno sprechi. È mancato il confronto? Sì è mancato, ma tanto noi cittadini siamo in grado di capire lo stesso, ugualmente.