
In questi giorni se ne sta discutendo piuttosto frequentemente, sebbene pare che tali parole non verranno tradotte sotto regolamento regionale. Il piano di riordino ospedaliero – che varrebbe comunque sino alla scadenza del mandato – ha ricevuto prima il secco ‘no’ da parte del Capogruppo PD Giuseppe Romano; dopodiché, si sono espressi negativamente anche Michele Losappio (Capogruppo Sel) e Donato Pellegrino (gruppo Misto Psi). Insomma, un’opinione che in qualche modo cozza con quella dell’Assessore Donato Pentassuglia; quest’ultimo, infatti, intende avviare sul tema una discussione a livello territoriale.
E poi c’è un’altra obiezione sollevata, non di poco conto, riguardante l'appuntamento con le elezioni regionali; di fronte alla sfida che si giocherà alle urne, nella prossima primavera, parlare di piano ospedaliero e riordino dei reparti non sembra proprio il caso. Secondo Losappio – d’accordo con Romano – tale ridimensionamento non può consistere solo ed esclusivamente in una scelta ‘tecnica’.
Opinione rimarcata anche dal salentino Donato Pellegrino, secondo il quale un confronto su argomenti del genere, in questa fase, appare inopportuno. Ai cittadini vanno garantite certezze, e molti servizi di medici territoriale – promessi in una prima fase – ora non potrebbero trovare riscontri pratici a causa della chiusura di diversi presidi e piccoli ospedali. Anche Saverio Congedo, vice Capogruppo regionale di Forza Italia, si allinea con quanto sostenuto dai suoi colleghi, sottolineando, però, che il piano di riordino non possa risultare una ‘esclusiva del Partito Democratico’, poiché da condividere insieme a tutte le forze politiche pugliesi.
Poi arriva la precisazione dell’Assessore alla Salute Pentassuglia: i pazienti oncologici sono esenti dal ticket, senza ulteriori esborsi per la chemio. Il provvedimento che aveva scatenato l’ira dei consiglieri d’opposizione riguarda, piuttosto, delle prestazioni che secondo il decreto ministeriale si definiscono ‘ad alto rischio di inappropriatezza se erogate in regime di ricovero’. E la delibera della giunta regionale, di fatto, ha definito 108 prestazioni ‘potenzialmente’ inappropriate; ed erogabili solo in regime di day service (ovvero in ambulatorio) ad un costo fisso di 46 euro. Ciò – stando sempre a quanto sostenuto dal Ministero – migliorerebbe la qualità dell’assistenza, consentendo al contempo di aumentare i posti letto per patologie gravi.