Regionali 2020, Emiliano si dovrà scontrare con Fitto? Tanti nel centrodestra insorgono: ‘minestra riscaldata’

Mentre il centrosinistra sembra trovare la quadra su Michele Emiliano, il centrodestra si incarta sul nome di Raffaele Fitto che piace a Fratelli d’Italia. Pentastellati in corsa da soli.

Mentre il centrosinistra sembra destinato a convergere (convintamente o meno, poco importa) sulla ricandidatura di Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia, per quella che sarà la madre di tutte le battaglie elettorali degli ultimi anni, il centrodestra preferisce incartarsi.

Chi anela alla candidatura gioca a nascondersi, aspettando che siano gli altri a chiederglielo a mo’ di supplica, come si è soliti fare con i ‘salvatori della patria’. Peccato che di salvatori della patria se ne vedano pochi, però…

Tutto più facile per Michele Emiliano che ha tessuto in questi mesi, anzi in questi anni, una rete di relazioni ad ampio raggio che includono sindaci e assessori che, con le vecchie categorie, si sarebbero dovuti definire di centrodestra. L’unico scoglio, certo per lui non di poco conto, potrebbe essere rappresentato dall’alleanza che si staglia all’orizzonte – anche nelle periferie dello Stivale – tra Pd e M5S. Questo sì che potrebbe stracciargli la tela tessuta con pazienza e spregiudicatezza.

Siamo stati abituati a tutto, a ogni retromarcia e ad ogni voltafaccia (quindi non ci stupirebbe nulla dopo ciò che è avvenuto a livello nazionale tra Renzi e Di Maio), ma ad oggi sembra quasi impossibile che persone come Antonella Laricchia, Tony Trevisi, Cristian Casili e Barbara Lezzi possano solo lontanamente immaginare di sostenere Michele Emiliano.

Se i pentastellati, quindi, dovessero correre da soli, con una loro candidatura, in una regione in cui ancora si sente il forte radicamento a cinque stelle, per il magistrato si aprirebbe una vera e propria autostrada non solo verso la ricandidatura, ma forse anche verso una facile vittoria.

E a destra che succede?

Rumors sempre più forti danno Raffaele Fitto smanioso di giocarsi di nuovo una chance a Bari, nel palazzo di via Gentile. Lui ufficialmente smentisce, ma c’è chi racconta che l’ex enfant prodige di Maglie sembra voler riscattarsi dalle sconfitte incassate, forte della bellissima attestazione alle ultime Europee che lo avrebbe rinvigorito. Nulla si sa, è più ricostituente di una fresca vittoria elettorale.

La Lega sta chiedendo per sé altre regioni d’Italia e nell’ottica dell’alleanza di centrodestra qualcosa toccherebbe anche a Forza Italia e a Fratelli d’Italia (che comunque ha già ottenuto con successo il governatore dell’Abruzzo).

Dunque a chi tocca? Parlare di rinnovamento nel centrodestra a volte sembra davvero come parlare di corde a casa dell’impiccato. Difficile che si affaccino volti e nomi nuovi. Come al solito si arriverà all’ultimo momento con una candidatura che, in fretta e furia, dovrebbe salvare capre e cavoli ma poi nel concreto è in grado soltanto di fare l’ennesima frittata. Sono 15 anni che una regione che si proferisce di centrodestra riesce a far vincere gli avversari: un ventennio targato Vendola ed un altro, sempre più probabilmente, Michele Emiliano.

La reunion delle tre forze nazionali (Lega, FdI e Fi) ha di fatto azzerato il potere contrattuale di quel civismo che è molto frizzante nei capoluoghi pugliesi ma poi, a dire il vero, alla resa dei conti elettorali si affloscia come un sufflè uscito male.

Raffaele Fitto, con tutta la sua esperienza e la sua intelligenza, verrebbe considerato una minestra riscaldata dagli elettori e forse lui stesso sa, da persona scaltra qual è, che non sarebbe il caso: Errare humanum est, sed perseverare diabolicum.

Ma si sa che l’odore di una ricandidatura è come il sangue per uno squalo: attira maledamente.

Ha vita facile, così Adriana Poli Bortone nel dire:

«Nel recinto del centrodestra non c’è posto attualmente per altri partiti nazionali di destra, né per un vero civismo meridionalista. Ne prendiamo atto, ci sentiamo liberi di guardare verso volti nuovi che abbiano capacità di analisi, di proposta, di progettualità concreta per la nostra Puglia che ha subito amministrazioni disattente e lontane dalle vecchie e nuove povertà del territorio. Volti nuovi, diversi, capaci. Vedremmo bene un economista serio che sappia affrontare con lucidità e prontezza le problematiche pugliesi, dalla sanità al turismo, dall’agricoltura alle infrastrutture. Una figura attorno alla quale possano coagularsi, al di là del partitismo, i consensi di tanti pugliesi avviliti e demotivati che hanno abbandonato persino la voglia del voto» ha dichiarato.

Insomma lo schema si ripete: si costruisce di notte per distruggere di giorno e viceversa. Tanto che importa. Ci si abitua a tutto, anche alle sconfitte. E a furia di subirle se ne vende l’infinito fascino romantico.



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