La nomina del Ministro Raffaele Fitto a VicePresidente Esecutivo della Commissione Europea con delega alla Coesione e alle Riforme è un evento prestigiosissimo. Le ragioni per gioire di tale nomina sono tante, tantissime. E certamente non possono non prendere in considerazione un legittimo orgoglio territoriale, perché avere un salentino verace con un ruolo di primissimo piano nell’organo esecutivo dell’Unione Europea, la Commissione appunto, non può che far felice chi come noi si è speso in ogni consesso per l’affermazione del nostro Salento e dei suoi talenti più puri in ogni settore dell’agire umano, politica inclusa.
Ma la comune appartenenza geografica non basta per plaudere ad una scelta che è stata in grado di registrare un consenso pressoché unanime, a parte qualche voce fuori dal coro che ricorda da vicino, da molto vicino, la famosa favola di Esopo della volpe e dell’uva.
Raffaele Fitto è sembrato essere a tutti, a cominciare dalla Presidente del Consiglio Italiano Giorgia Meloni – che lo ha indicato – e della Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen che lo ha scelto -, la persona giusta al posto giusto per competenza, equilibrio, onestà comportamentale e stakanovismo. Si tratta di doti che si concatenano l’una con l’altra in maniera indissolubile. La competenza è necessaria per agire e per sapersi muovere nei meandri complessi delle questioni ma ha bisogno della prudenza e dell’equilibrio che la sappiano governare e indirizzare a fin di bene, verso le esigenze dei cittadini che aspettano la ricaduta di decisioni che sembrano essere prese in luoghi lontani e che invece sono vicini, vicinissimi a noi perché riguardano la quotidianità giornaliera di tutti.
Il Ministro Raffaele Fitto ha qualcosa in più, come i fuoriclasse devono avere. Nei tanti anni in cui ci siamo onorati della reciproca amicizia, ho potuto apprezzare in lui soprattutto la lungimiranza politica che, si badi bene, non è chiaroveggenza. La chiaroveggenza, ammesso che esista, ti fa trovare sempre la scorciatoia più breve, anche quando questa strada è segnata da sentieri pericolosi. La lungimiranza non ti fa fare sempre la scelta vincente, bensì quella più giusta e razionale. Il suo percorso potrà essere anche più lungo e più tortuoso e magari costellato da qualche inciampo, ma poi porta sempre alla meta più sicura, alla sede più ragionevole e più proficua per tutti.
Raffaele Fitto ha la padronanza di dire ‘no’ quando si deve dire no. Ma nel momento in cui dice sì, nel momento in cui prende un impegno è capace di impegnarsi con tutte le sue forze e di metterci tutto se stesso, costi quel che costi, per mantenere la parola data perché, e in questo ricorda perfettamente il mai troppo compianto papà Totò, la credibilità è una qualità che non si baratta e non si svende.
Siamo certi che l’imprescindibile presenza in squadra di Raffaele sarà un valore aggiunto per far sì che le scelte dell’Unione Europea vadano nella direzione auspicata da tutti i cittadini che per troppo tempo hanno sentito le istituzioni transnazionali lontane dalla loro capacità di comprenderne l’utilità e la grande portata.