Tap, Di Maio: “Se fossimo andati al Governo nel 2013 quest’opera non si sarebbe fatta”

Il vicepremier 5 stelle, Luigi Di Maio, torna a puntare il dito contro i governi precedenti ai quali attribuisce la responsabilità del gasdotto e l’impossibilità di fermare i lavori. 

«La cosa migliore è dire la verità ai cittadini». Arrivato a Marcianise per tagliare il nastro del primo treno merci ad Alta Velocità, Luigi Di Maio ha dovuto parlare anche del gasdotto Tap, dopo il polverone di polemiche sollevato dopo il via libera concesso dal Governo, anzi dal premier Conte vista la lettera aperta inviata ai cittadini di Melendugno in cui ha scritto, nero su bianco, «se “colpa” deve essere, attribuitela a me».

«Comprendo che per tutti coloro che osteggiano la realizzazione del progetto il fatto che questa scelta sia da imputare a decisioni assunte dai Governi precedenti e che risulti “obbligata” non siano elementi di conforto», si legge nel lungo post pubblicato sulla sua pagina ufficiale Facebook.

“Tap voluto da altri governi”

Esattamente come il Presidente del Consiglio, anche il ministro allo sviluppo economico se la prende “con quelli che stavano prima di noi”, colpevoli di aver ‘blindato’ il progetto tanto che ora, fare marcia indietro, non solo è impossibile, ma troppo costoso.

Non si parla più di penali il leader del Movimento Cinque Stelle, ma di risarcimenti. E aggiunge che sarebbero anche più alti della cifra –  20 miliardi di euro – circolata in questi giorni di liti, botta e risposta e polemiche.

«Quando abbiamo potuto studiare bene tutte le carte del gasdotto Tap e abbiamo capito che avremmo dovuto sborsare oltre 20 miliardi e rinunciare così al reddito di cittadinanza, alle pensioni e a tutto quello che stiamo facendo, è chiaro che abbiamo dovuto dire la verità ai cittadini» ha spiegato il vicepremier, ringraziando il presidente Conte per averci “messo la faccia”.

«Se fossimo andati al governo nel 2013, quest’opera non si sarebbe fatta. Ci siamo arrivati nel 2018, dopo che il Pd e i governi precedenti hanno fatto accordi internazionali e con il Tap e questo genera una serie di miliardi di euro da sborsare che oggi lo Stato italiano non si può permettere», ribadisce.

«Dire la verità ai cittadini non significa aver cambiato idea rispetto alla campagna elettorale. Significa arrivare ai ministeri, studiare le carte, studiare gli accordi e fare tutte le proiezioni di rischio per le casse dello Stato. Quelli di prima hanno blindato questa opera che resta non strategica e che si poteva evitare» ha concluso.

Renzi, Di Maio perde la faccia

«Affermo qui pubblicamente che il Premier e il VicePremier stanno mentendo. È falso. Non ci sono penali da 20 miliardi di euro da pagare per il TAP» ha affermato Matteo Renzi nella sua ultima enews.

«Il TAP serve all’Italia per questo è giusto andare avanti. I Cinque Stelle – si legge ancora –avevano garantito: bloccheremo l’opera in 15 giorni. Hanno preso i voti su quella promessa. Dopo sei mesi hanno cambiato idea».

«Noi abbiamo perso le elezioni, l’Italia ha perso tempo, Di Maio ha perso la faccia», conclude.



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