Giunta Comunale, Congedo avverte Salvemini: “niente alibi. No alle partecipate come merce di scambio”

Erio Congedo, sconfitto al primo turno da Carlo Salvemini, augura buon lavoro alla nuova Giunta, ma non lesina qualche stoccata. “Il sindaco non ha più alibi: si mette al lavoro per il cambiamento che nei fatti sembra non esserci. Presidenza del Consiglio? Speravamo un coinvolgimento”.

La squadra di governo è pronta: il Salvemini II è iniziato ieri pomeriggio, con l’ufficializzazione della nuova Giunta Comunale. Quattro donne, cinque uomini: molte conferme, ma anche new entry. Non sono mancate le sorprese durante la conferenza del Sindaco Carlo Salvemini che ha svelato la sua nuova compagine di governo cittadino con rispettive deleghe.

Il Primo Cittadino, in particolare, ha deciso di tenere per sé le deleghe al Bilancio e alle Società Partecipate ed è proprio si questo fronte che l’opposizione di centrodestra focalizza le sue attenzioni.

“Le partecipate non siano merce di scambio per sistemare qualche escluso eccellente dalla formazione della Giunta”. E’ questo, in sintesi, il messaggio che ha voluto lanciare Erio Congedo, candidato sindaco sconfitto da Salvemini ed ora a capo della minoranza.

In particolare, l’esponente di Fratelli d’Italia ammonisce da subito Salvemini circa le voci di corridoio che vogliono la presidenza delle partecipate affidata a chi non ha trovato posto in Giunta (si parla, su tutti, di Alfredo Pagliaro di Puglia Popolare, rimasta fuori dalla Giunta).

“L’auspicio – scrive Congedo – è che quelle indiscrezioni possano trovare smentita nei fatti, sia per rispetto del mandato ricevuto dagli elettori che per la situazione di grave difficoltà in cui versano entrambe le società partecipate del Comune di Lecce. La Lupiae, infatti, è alle prese con gli affanni e con i drammatici sacrifici già richiesti ai suoi dipendenti, che Salvemini conosce bene, mentre sulla SGM grava il pesante macigno dell’interdittiva antimafia, intervenuta di recente, nei confronti del socio privato. Si tratta, quindi, di situazioni estremamente delicate rispetto alle quali sarebbe lecito aspettarsi scelte di assoluta qualità, dal punto di vista tecnico più che politico.

“Salvemini lavori per il cambiamento”

Mi auguro che il sindaco voglia dare, fin da subito e su temi così delicati, un chiaro segnale di quel cambiamento che Lecce ha chiesto a gran voce a chi, in campagna elettorale, è riuscito in maniera così efficace ad intestarsi. Al sindaco e alla sua nuova giunta rivolgo comunque i miei migliori auguri di buon lavoro, nell’esclusivo interesse di Lecce e dei leccesi”.

Più in generale, Erio Congedo precisa: “a partire da oggi il riconfermato sindaco si assumerà la piena responsabilità dell’operato proprio e dei titolari delle deleghe che verranno conferite, senza più alcun alibi, in virtù del risultato netto della tornata elettorale. Naturalmente non è possibile, oggi, esprimere una valutazione su questo primo atto. Da opposizione in consiglio comunale concentreremo tutta la nostra attenzione sul lavoro che sarà svolto, cercando nei limiti del possibile di offrire il nostro contributo costruttivo, ma senza fare nessuno sconto sui provvedimenti che, eventualmente, non dovessimo condividere.

Come detto, Salvemini non ha più alcun alibi, né sul piano del merito né del metodo. Ma su questo punto già affiorano le prime perplessità. Qualora dovessero trovare conferma le indiscrezioni rispetto all’utilizzo delle nomine, ai vertici delle partecipate oltre che della presidenza del consiglio comunale, in chiave compensativa per le esclusioni dalla composizione della squadra di governo, allora non sarebbe certo un bel segnale in direzione di quel cambiamento tanto sbandierato”.

“Mancata condivisione”

Stoccata, infine, sulla Presidenza del Consiglio Comunale. Nella conferenza stampa di ieri, Carlo Salvemini non ha nascosto di aver proposto il ruolo a Carlo Mignone, unico eletto tra le fila dell’UDC, Assessore uscente, ma non riconfermato alla guida del Settore Ambiente. Sul punto Congedo dichiara: “comprendo che i numeri in aula consentano alla maggioranza una tranquilla autonomia in questa scelta, ma sarebbe stato forse il caso di segnare una netta discontinuità con il passato, restituendo importanza al ruolo di garanzia dell’intera assise che la presidenza dovrebbe rivestire. Avrei apprezzato, al riguardo, che la questione fosse stata condivisa, quantomeno formalmente, con i gruppi di opposizione. Purtroppo, invece, restiamo saldamente ancorati ai metodi di sempre“.



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