Conte bis, Barbara Lezzi: “Buon lavoro al nuovo governo che seguirò dal Senato”

Secondo alcune voci, Barbara Lezzi ha mal digerito la sua esclusione dalla squadra di governo messa a punto da Giuseppe Conte con i due alleati Pd e M5s

Con il giuramento nasce il nuovo governo giallo-rosso, guidato dall’avvocato del popolo Giuseppe Conte, ma per Barbara Lezzi, che per 14 mesi ha ricoperto l’incarico di Ministra per il Sud, non c’è posto nella squadra messa a punto dai due alleati, Pd e M5s per arrivare fino alla scadenza naturale della legislatura. O alle elezioni del nuovo capo dello Stato.

«Continuerò sempre a credere che ci sia la possibilità del cambiamento. Lo devo a mio figlio, a voi e a me stessa. Buon lavoro al nuovo Governo che seguirò dal Senato» ha scritto sul suo profilo Facebook la pentastellata che torna così a sedere tra i banchi di Palazzo Madama. Chi la conosce, però, racconta che non l’abbia presa molto bene. La Lezzi, in fondo, nei momenti difficili del Movimento Cinque Stelle non si è mai defilata ed è sempre stata in prima linea. Compreso quando ha dovuto difendendere il suo partito.

Il suo nome è circolato spesso nel gioco dei toto-ministri. In tanti davano per certo che le sarebbe stato concesso il bis, come i suoi colleghi Alfonso Bonafede che resta al timone del Ministero della Giustizia e del generale di brigata dei Carabinieri, Sergio Costa alla guida dell’Ambiente. Gli unici due riconfermati.

Quale sia stata la “grave colpa” per la sua esclusione è impossibile dirlo. Che abbia influito la geografia? È probabile! Nelle varie caselle da incastrare, la Puglia aveva già occupato il Ministero delle Politiche agricoli e forestali, con la sindacalista e pasionaria brindisina Teresa Bellanova e quello degli Affari regionali con il dem Francesco Boccia. Ma non è stato certo questo l’unico motivo. La Lezzi, secondo voci molto vicine al Partito Democratico, non era un ‘nome spendibile’.

Impossibile dimenticare, tra le altre cose, la querelle sul gasdotto Tap. Impossibile dimenticare le parole di Alessandro Di Battista che, in un comizio, aveva giurato che se fossero andati al Governo lo avrebbero fermato in 15 giorni. Le promesse si sono scontate con la realtà. E la Lezzi ha dovuto ingoiare il boccone e le tante critiche che le sono piovute. La senatrice, messa all’angolo dalle invettive No-Tap che le rimproveravano lo scarso impegno nell’opposizione al gasdotto aveva girato tutte le accuse al Partito Democratico, vero responsabile di tutto: «abbiamo le mani legate, la colpa è del PD».

Per non parlare poi delle diatribe con il Governatore Michele Emiliano. Difficile far passare il suo nome tra i riconfermati. E così è stato. Se nell’elegante post la senatrice grillina fa finta di essere rimasta fredda e distaccata, i ben informati giurano che ci sia rimasta davvero male. E che sperava maggiore riconoscenza da parte di Di Maio nei suoi confronti.

Ma si sa, quando si fa un governo gli “scontentati” sono più degli accontentati…



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