Il Sistema Cultura a Lecce, la proposta di Marco Giannotta: ‘Agevolazioni fiscali per gli operatori culturali’

‘L’Amministrazione comunale deve attuare un sistema che aiuti gli operatori culturali a camminare con le proprie gambe. Come? Attraverso una decurtazione delle tassa da pagare’. Il candidato Marco Giannotta nella Lista ‘Un’Altra Lecce’ lancia la proposta.

Il fermento turistico sviluppatosi a Lecce – grazie alle bellezze naturali, ma anche architettoniche e storiche presenti in città – negli ultimi anni merita considerazione. E, soprattutto, serve un piano “ad hoc” nel quale gli operatori culturali siano i protagonisti indiscussi. Marco Giannotta, candidato al Consiglio comunale nella lista “Un’Altra Lecce” con Alessandro Delli Noci sindaco, da questo punto di vista ha le idee chiare e formula una domanda partendo dalla delusione per aver mancato l’obiettivo di diventare Capitale Europea della Cultura 2019. “Ma come può Lecce candidarsi a Capitale della Cultura se la Cultura non rappresenta un valore sul quale l’Amministrazione uscente, per anni, abbia investito seriamente con interventi strutturali, sia economici sia sociali?”, si chiede.

Lecce è una città ricca di operatori culturali che di anno in anno si trovano di fronte ad un problema di sostenibilità dei costi di programmazione degli eventi e delle proposte culturali. “Non dobbiamo più parlare soltanto di cultura ma di imprese culturali – commenta Marco Giannotta – e offrire loro gli strumenti per sostenere una dinamica economico-finanziaria completamente differente che le agevoli perché possano adeguatamente programmare l’offerta culturale. La problematica potrà essere affrontata attraverso la riduzione fiscale che si sostanzia nell’agevolazioni sui tributi locali”. Allargando lo sguardo più in generale sui punti in programma in tema di Cultura il candidato sindaco Alessandro Delli Noci sottolinea che “la nuova sfida è creare un Piano strategico della Cultura innanzitutto per mappare tutti gli attori culturali e per generare nuovi servizi. Quando mappiamo gli attori culturali possiamo vedere chi fa cultura per hobby e chi per mestiere e possiamo agevolare fiscalmente tutti coloro che affitteranno i propri immobili per ospitare luoghi della cultura. La sfida nuova è generare un Piano strategico che coinvolga pubblico e privato poiché in questi anni è stato fatto solo un lavoro esclusivo rispetto all’utilizzo degli immobili comunali”.

Viene considerato operatore economico, pertanto, chiunque offra sul mercato un prodotto. Il prodotto può però essere materiale, se si parla di attività commerciali, o immateriale, se si parla di operatori culturali. Se da un lato alla base delle attività commerciali il rapporto tra domanda e offerta si genera in maniera costante, dall’altra per gli operatori culturali si incontrerà l’offerta solo dopo una lunga programmazione del prodotto culturale. “Si tratta evidentemente di due modelli molto diversi di mercato che tuttavia l’Amministrazione comunale ha messo sullo stesso piano applicando gli stessi regimi di tassazione. Le leve di finanziamento – spiega ancora Giannotta – per gli operatori culturali sono essenzialmente tre, ma nessuna garantisce alcuna certezza “di cassa”.

 “Le fonti di finanziamento per gli operatori culturali sono l’autofinanziamento derivante dalla vendita del “prodotto. “il costo del biglietto ad esempio, gli avvisi pubblici per il finanziamento di proposte progettuali ed eventuali contributi legati ai patrocini dell’amministrazione comunale, strettamente connessi alla “discrezionalità” della classe politica. Queste sono tre variabili che non danno alcuna certezza né consentono agli operatori culturali di avere ossigeno per programmare adeguatamente le proprie iniziative”.

Con una delibera del Consiglio Comunale n. 3 del 21.03.2017 sono state previste agevolazioni sugli immobili adibiti ad attività commerciali determinando l’aliquota IMU pari allo 0,76% invece del 1,60%. Sono esclusi da questa categoria tutti gli operatori culturali. “La dinamica culturale non è mai stata presa in considerazione da questa Amministrazione come effettivo volano di sviluppo. Ma si può invertire la rotta attraverso l’introduzione, appunto, di agevolazioni IMU e TARI. Per favorire un concreto sviluppo culturale della città l’Amministrazione deve elaborare un sistema che aiuti gli operatori culturali a camminare con le proprie gambe. In che modo? Prevedendo interventi di riduzione fiscale, come agevolazioni IMU e riduzione TARI, per la quale deve essere prevista l’iscrizione in apposito capitolo di bilancio”.

A tal fine si potrebbero utilizzare i trasferimenti erariali, i proventi dalla cartolarizzazione, le entrate IMU ed in particolar modo una decisa azione di spending review, intervenendo sulle spese di gestione superflue, in primis gli incarichi esterni”.

L’intervento agevolativo al quale mi riferisco – conclude Giannotta – è quello della decurtazione delle tasse da pagare per gli operatori culturali che non producendo profitto e non avendo scopo di lucro hanno l’obbligo di reinvestire sempre in cultura”.

(Pubbliredazionale Elettorale)



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