
Già soltanto la rimozione delle impalcature ha permesso ai salentini e ai tanti turisti a passeggio per via Trinchese di poter ammirare la facciata del Teatro Apollo in tutta la sua bellezza. Le porte dello storico edificio acquistato nel 2003 dal Comune al prezzo di tre milioni e 350 mila euro, invece, come annunciato dal primo cittadino Paolo Perrone nel corso della conferenza di fine anno, si riapriranno ufficialmente nel 2016. Una data attesissima, visto che per anni la città di Lecce è stata privata del suo gioiello più bello a causa degli interventi di restauro. Il ritrovamento di numerosi reperti archeologici, da un lato, e alcuni problemi burocratici, dall’altro hanno, infatti, rallentato i lavori.
Che le fondamenta del teatro appartenente alla famiglia Cappello nascondesse dei tesori è un dato di fatto: due sarcofagi del III secolo avanti Cristo con dentro due scheletri, uno dei quali di un bambino, ampolle, braccialetti, collane e altri monili, monete del IV secolo avanti Cristo e soprattutto le mura messapiche che, grazie al progetto cambiato in corso d’opera, saranno visibili anche dopo l’apertura.
Ma è tutto il centro storico del capoluogo barocco a custodire segreti, come dimostra il fatto che appena si inizia uno scavo, spunta qualche importante reperto. Nel 2007, ad esempio, il sottosuolo di piazzetta Santa Chiara, ha restituito antiche terme romane. Per questo motivo, come ha affermato l’ex sindaco Adriana Poli Bortone (che portò a termine l’operazione di acquisto del teatro per donare alla città un bene che, diversamente, rischiava di finire nel degrado) è importante realizzare un parco archeologico urbano aperto per valorizzare le preziose testimonianze del passato che sistematicamente vengono alla luce tutte le volte che si avviano lavori nel centro storico.
«Manca all’attuale amministrazione comunale una visione progettuale avanzata – ha affermato – Questo del parco archeologico urbano deve essere l’impegno per le prossime amministrazioni comunali».