La figura di Bettino Craxi nel film Hammamet, se ne discute a Lecce con il figlio Bobo

L’incontro si svolgerà domani presso il cinema multisala Massimo in occasione della proiezione della pellicola sullo statista, realizzata in occasione del ventennale della sua scomparsa.

Se oggi Bettino Craxi potesse parlare, molto probabilmente direbbe a tutti i socialisti: «Compagni andate avanti perché non c’è tempo da perdere; fatevi portatori di iniziative sociali perché la gente soffre, la giustizia sociale è in pericolo e chi paga sono sempre i più deboli; mettete da parte i vostri giustificati risentimenti che non giovano allo sviluppo e al benessere di nessuno e tanto meno del Paese».

Sono parole che riecheggiano. A dire la sua di persona, sarà il figlio, Bobo Craxi, in occasione della proiezione del film “Hammamet” di Gianni Amelio, fissata per la giornata di domani giovedì 23 gennaio alle ore 18:00 presso il Multisala Massimo.

L’evento organizzato da Vox Populi e Vox Populi Unisalento sarà presentato dal Vice sindaco di Lecce, Alessandro Delle Noci e da Cosimo Gravili, presidente dell’Associazione Vox Populi. Interverranno poi, insieme a Bobo, Biagio Marzo, deputato del Partito Socialista negli anni di Craxi e il giornalista Giuseppe Vernaleone.

Hammamet, da poco nelle sale cinematografiche, si è aggiudicato il terzo posto al Box Office incassando 586mila euro.

Pensato in occasione del ventesimo anniversario dalla morte dello statista, l’attore scelto a incarnarlo, Pierfrancesco Savino, è stato definito dalla critica come “immenso, shakespeariano, crepuscolare”.

La vita politica del leader è certamente il punto cardine da cui si muove la storia, ma Amelio si incentra soprattutto sull’aspetto umano. La pellicola infatti, mostra grazie a testimonianze reali, chi era Bettino come padre, come marito, come amico.

Una biografia drammatica fondata su 3 tappe. Il re caduto: il primo socialista con l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri, indagato poi nell’inchiesta Mani Pulite. La figlia che lotta per lui: Stefania, istitutrice della fondazione Craxi, volta a tutelare l’immagine del padre. Infine il terzo ed ultimo capitolo, dedicato a un misterioso giovane che entra nell’ambiente politico della famiglia Craxi, provando a demolirlo da dentro.

Il regista italiano, vincitore di David di Donatello, Nastri d’argento e Leone d’Oro, ha dichiarato in merito a questo suo ultimo film: «Non volevo fare una biografia, né il resoconto esaltante o travagliato di un partito. Meno che mai un film che desse ragione o torto a qualcuno».

È chiaro dunque ciò che Amelio non ha voluto fare, un po’ meno chiaro per alcuni, cosa invece abbia voluto fare, quale messaggio abbia voluto trasmettere attraverso il film.

Dopo l’incontro di domani si saprà qualche dettaglio in più sulla storia e sull’uomo più importante dello scenario politico italiano degli anni 80, coinvolto all’epoca in un’indagine su corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti, tematica tutt’oggi più attuale che mai.