‘La farsa del Piano delle Coste’. Carlo Salvemini attacca la gestione delle marine leccesi

‘Quello prospettato dal Consigliere Lamosa non lo possiamo definire un Piano delle Coste, anzi è tutt’altro’. A dirlo che è Carlo Salvemini, Consigliere di Lecce Bene Comune a Palazzo Carafa: ‘ci sono molte criticità in materia e dubito che il piano verrà adottato entro il 2017’.

‘Anche per questa estate Lecce e le sue marine non si doteranno di un Piano Coste e il rischio è che questo strumento non sarà adottato nemmeno entro la fine del mandato di questa amministrazione, fissata per la primavera del 2017’. È con questo monito che Carlo Salvemini, Consigliere comunale di Lecce, tra i più attivi tra i banchi dell’opposizione, apre la conferenza convocata per tornare sul tema della gestione e la riqualificazione delle marine leccesi.
 
‘Quello che a mezzo stampa l’assessore Martini ha annunciato essere il Piano delle Coste (PCC)  in realtà è ben altro – chiosa Salvemini. La delibera del 13 giugno ha solo la funzione di ufficializzare a tutti gli enti interessati l’avvio della pianificazione costiera per l’apertura delle consultazioni in materia ambientale, ma ciò significa che non si può ancora adottare il Piano perché nei 4 anni trascorsi dall’inizio del procedimento non sono state avviate le procedure necessarie a verificare la compatibilità con le sensibilità ambientali del nostro litorale’.
 
Nel corso della conferenza, quindi, secondo l’esponente di Lecce Bene Comune mancano all’appello la procedura di Valutazione Ambientale Strategica quella di Incidenza Ambientale che, essendo a tutti gli effetti elaborati del Piano, devono essere redatti prima dell’adozione di questo Piano Particolareggiato.
 
‘Il Piano Costiero e’ un piano che non si vuole rendere pubblico – accusa ancora Carlo Salvemini – Vas e Vinca, infatti, sono procedure che devono svolgersi favorendo il più ampio coinvolgimento pubblico e durante le quali è prevista la fase delle consultazioni pubbliche perché si possano presentare osservazioni. Eppure la giunta si è limitata a pubblicare on line il Piano senza promuovere nessun incontro di presentazione alla cittadinanza; né l’Ufficio Tecnico del comune può considerarsi spazio idoneo a far conoscere alla città il Piano’.
 
‘Dopo decenni di vuoto programmatorio  e promesse disattese – prosegue – le nostre marine meritavano una diversa centralità nel dibattito pubblico a voler dare coerenza e significato autentico ai tanti annunci di rilancio e attenzione di questi mesi’.Insomma, secondo il consigliere di opposizione ci sono ancora dei punti che meriterebbero una celere delucidazione. Su tutti i tempi di quando il Piano potrà essere approvato e una certa inconsistenza dello stesso.
 
‘Viene proposta una visione futura delle spiagge leccesi – spiega ancora nel corso della conferenza stampa – caratterizzata da una fruizione estensiva del litorale: si prevede, infatti, di incrementare le 28 concessioni demaniali esistenti prevedendone ulteriori 30 nonostante erosione e pressione insediativa .Ciò a inevitabile danno della spiaggia libera nonostante l’aumento della stessa sia stata una priorità nell’85% delle interviste effettuate negli anni scorsi dall’Università del Salento, come riportato nei documenti del Piano.
 
A fronte di una situazione ambientale di estrema problematicità le aree libere vengono nell’insieme occupate in modo pressoché continuativo e indistinto su tutto il litorale: una scelta politica chiara che concepisce  la spiaggia pubblica come una questione meramente adempitiva, e non un tema attorno al quale rigenerare le marine’.
 
Snocciola numeri ed esempi Carlo Salvemini che poi critica il mancato livello di dettaglio del Piano: ‘ci sono molte concessioni demaniali – dice – che dovranno spostarsi per oggettive incompatibilità. Quali: perché dislocate in tratti di spiaggia in erosione; perché più estese delle dimensioni massime ammesse; perché insistono su beni vincolati. E poi ancora ci sono grandi questioni ambientali – legate alla presenza di Rauccio e Torre Veneri –   che nel Piano delle Coste  non assumono centralità’.
 
In definitiva, secondo Salvemini, si tratta di un Piano che rinuncia ad essere strumento strategico di riqualificazione e rilancio delle marine. ‘Dobbiamo pretendere molto di più – conclude – che il Piano venga adottato dalla giunta e approvato dal consiglio prima della scadenza di questa consiliatura: non c’è rigenerazione possibile delle nostre marine senza un PCC capace di tenere assieme emergenze ambientali, sviluppo balneare, attrattività turistica; non c’è rilancio possibile delle nostre marine senza la tutela del suo demanio’.