‘Alla fine di una vicenda che si trascina nelle aule di tribunale da un decennio, la Tangenziale Est è costata ai leccesi, in totale, lodi giudiziari inclusi, quasi 62 milioni di euro che, se divisi per i 14 km di lunghezza, fanno ben 4 milioni e mezzo a km. Forse se l’avessimo lastricata d’oro, avremmo risparmiato qualcosa…’
Non si è fatta attendere la risposta del capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Carafa, Paolo Foresio, al Sindaco di Lecce Paolo Perrone che nella conferenza stampa di lunedì mattina scorso aveva esultato per come si era concluso il contenzioso con l’azienda Leadri che aveva effettuato i lavori di realizzazione della Tangenziale Est.
Il primo cittadino, infatti, era stato ben lieto di comunicare alla città di aver raggiunto l’accordo con l’impresa, un accordo che farà risparmiare alle asfittiche casse comunali ben 8milioni di euro di interessi che i costruttori della Tangenziale Est avrebbero potuto richiedere al Comune; in cambio, però, gli amministratori si impegneranno a versare 14milioni di euro che ancora devono a Leadri (9, infatti, li hanno già versati) per raggiungere la famosa soglia di 23 milioni che è lo sforamento che si è venuto a realizzare nella costruzione dell’importante arteria stradale che abbraccia il capoluogo salentino.
In quella conferenza stampa, il Sindaco di Lecce, nel ringraziare anche la Regione Puglia per l’aiuto economico elargito al Comune non aveva fatto a meno di tirare le orecchie al Pd locale, reo di aver remato contro la decisione regionale di aiutare l’amministrazione di centrodestra salentina.
Ma Foresio alla lettura dei fatti del primo cittadino proprio non ci sta: ‘Perrone sta facendo passare l'aver evitato di pagare 8 milioni di interessi alla Leadri come una sua vittoria, quando il Comune di Lecce è già stato condannato a pagarne ben 23 in più rispetto al costo complessivo della Tangenziale Est per i ritardi accumulati durante la realizzazione dell'opera. C'è una differenza sostanziale fra la verità dei fatti e l'interpretazione personale, caro sindaco. Che il Comune di Lecce si sia trovato a non poter pagare quella somma aggiuntiva e che, quindi, sia dovuta intervenire in soccorso la Regione Puglia che ha messo a disposizione 14 milioni con fondi Fas, è un fatto. Che per il contenzioso avviato dall’amministrazione contro Leadri per non pagare gli ulteriori 8 milioni di interessi nel frattempo maturati secondo la ditta, siano stati pignorati per mesi alcuni conti correnti comunali, bloccati i cantieri e pure il piano delle alienazioni, è un altro fatto. Ora, alla luce di tutto questo, quale sarebbe la vittoria di cui si vanta Perrone?’
Insomma secondo il capogruppo del Pd a Palazzo Carafa, il sindaco di Lecce non si può proprio presentare come un salvatore della patria. Amara, infatti, la sua considerazione finale: ‘Quante cose si sarebbero potute fare con quei 23 milioni di euro in più pagati dalle casse pubbliche? Si sarebbero, per esempio, potute riqualificare le periferie, rifare strade colabrodo, realizzare aree verdi, risistemare le marine.’