
Si è innescata la polemica dopo l'incontro di ieri tra il consigliere di Lecce Bene Comune e il direttore artistico di Lecce2019. Dopo essere stato accusato da Berg di averlo usato per attaccare la maggioranza, oggi sono arrivate le repliche dei due esponenti della maggioranza
Da un dibattito accesso, con alcuni scambi di pareri magari anche un po’ accesi, ad una polemica vera e propria. Ieri sera un’incontro al Must – Museo Storico di Lecce, tra Airan Berg, direttore della candidatura leccese a capitale europea della cultura e Carlo Salvemini, consigliere comunale di Lecce Bene Comune.
L’incontro in teoria sarebbe dovuto servire per discutere sulla candidatura di Lecce Capitale della Cultura Europea 2019 e per avere un confronto sul bid book. In pratica, invece, si è trasformato in una vera e propria disputa politica della quale, l’israeliano, al margine del dibattito avrebbe detto: “Mi sento usato per attacchi politici”.
Berg era stato invitato da Salvemini con l’obiettivo dichiarato, di quest’ultimo, di consegnare allo staff un insieme di linee guida politico-amministrative che a loro modo di vedere avrebbero potuto integrare quelle del bid book. La consegna c’è effettivamente stata, ma il direttore artistico ha sentito il cattivo odore della strumentalizzazione politica ed ha accusato il consigliere comunale d’opposizione di averlo usato per attaccare in maniera indiretta la maggioranza del comune di Lecce. “Avremmo potuto lavorare insieme da subito, le nostre potre erano aperte invece abbiamo perso molto tempo”. “Non credo che lo staff sia l'unico luogo dove i cittadini possano dare il proprio contributo” ha risposto il consigliere comunale, rassicurando Berg sulla natura non polemica dell'incontro.
Intollerante, secondo molti, è stato l’atteggiamento di Salvemini. I primi ad alzare la voce per esprimere tutta il loro sconcerto di fronte al comportamento del capogruppo di Lecce Bene Comune sono stati, il capogruppo di Lecce Città del Mondo, Antonio Lamosa e l’assessore al Turismo Luigi Coclite. Il primo ha accusato Salvemini di aver posto critiche intempestive e fuori luogo, mentre il secondo lo ha invitato a tenere fuori Lecce2019 dalle dispute politiche.
Lamosa, in sunto, si è espresso in questo modo: “ci duole e ci meraviglia la polemica innescata durante la conferenza promossa da Lecce Bene Comune: da momento di confronto e scambio reciproco di idee ed esperienze e crescita culturale per la città si è trasformato in una critica intempestiva e fuori luogo all’indirizzo del direttore artistico di Lecce 2019, Airan Berg, il quale non riveste alcun ruolo politico né tecnico all’interno dell’Amministrazione Comunale. Caro consigliere Salvemini, eviti dunque inutili speculazioni politiche almeno su un progetto – quello di Lecce Capitale Europea della Cultura per il 2019 – che abbraccia l’intera cittadinanza, senza piantare bandiere ideologiche del tutto inopportune, buone solo a demolire una candidatura sostenuta da tutti indistintamente”.
Queste invece nel dettaglio le parole di Coclite: “Le provocazioni lanciate ad Airan Berg durante l'incontro dedicato a "Lecce Capitale della Cultura" sono state gratuite e prive di senso. Quanto successo ieri é la lampante dimostrazione che Carlo Salvemini deve necessariamente andare "contro" qualcuno o qualcosa. Che il consigliere agisca quotidianamente per minare le scelte dell'Amministrazione Comunale lo abbiamo compreso tutti, ma che in questo suo modus operandi coinvolga senza ritegno addirittura la candidatura della nostra città a Capitale Europea della Cultura – sfida in cui tutti noi crediamo fermamente e obiettivo comune – é inaccettabile. La faziosità politica non può e non deve riguardare una avventura che sta regalando entusiasmo a una intera comunità. Questa regola dovrebbe rappresentare l'abc dell'onestà intellettuale che Salvemini ritiene di possedere, ma che nell’incontro di ieri non ha dimostrato. Mi auguro di non assistere più ad episodi spiacevoli come questo: il consigliere può anche basare la sua storia politica sulla lotta sferrata a noi e al nostro operato, ma ricordi sempre che, almeno la città cui appartiene, non è un nemico da combattere”.