
La senatrice del Movimento 5 Stelle è intervenuta per criticare gli slogan dei partiti istituzionali e dire la sua sul modo sbagliato che essi hanno per dialogare con le istituzioni europee
“Oltre l’Europa” è lo slogan della campagna elettorale di Raffaele Fitto, candidato alle Europee con la lista di Forza Italia. Un concetto che dovrebbe presupporre la volontà di prendere le distanze da questo modo di governare le istituzioni europee e da chi, secondo molti, ha contribuito a vessare oltre modo l’Italia da oneri e doveri, soprattutto monetari.
La senatrice salentina del Movimento 5 Stelle, Barbara Lezzi, vuole rivendicare il ruolo di chi è sempre stato contrario a questa Europa e di chi non ha mai avuto il minimo dubbio su quale fosse la strada da intraprendere per cercare di risollevare le sorti della nostra economia. Il suo pensiero, insieme a quello di tutti i penta stellati italiani, è chiaro e semplice: “I partiti che in questa campagna elettorale copiano in modo spudorato in nostri slogan, spieghino ai cittadini perché non ci hanno portato "oltre" prima? Loro stanno già dentro. Cosa hanno fatto? Continuano a candidare "nomi noti" che in Europa non ci andranno mai. Manderanno gli scarti, come in passato la Zanicchi per il PDL e Cofferati per il PD, che il 90% delle volte hanno votato insieme, genuflessi di fronte ai poteri forti. E a causa della loro ignoranza dobbiamo osservare delle regole che portano ad una continua contrazione del Pil. Ci hanno a lungo ripetuto che dobbiamo fare sacrifici perché ce lo chiede l'Europa”.
Poi, la Lezzi si concentra su tutto ciò che un Paese normale dovrebbe fare per essere vicino all’Europa e spiega come non si debbano seguire solo gli esempi sbagliati e rispettare degli oneri ingiusti: “Ma l' Europa ci chiede da tempo di – onorare i debiti della pubblica amministrazione con i fornitori entro al massimo 30 giorni -risolvere l'annoso problema del precariato sul lavoro – tutelare l'ambiente punendo chi inquina secondo il principio che 'chi inquina paga' – far nostra la legge europea anticorruzione – sistemare lo stato indecoroso delle nostre carceri. Anche tutto questo ce lo chiede l'Europa! Chi oggi ci attribuisce l'etichetta di euroscettici sbaglia di grosso.
Siamo noi i veri europeisti, noi crediamo all'Europa dei padri fondatori, che parta dall'Unione dei popoli, che abbracci le culture per divenire vera Comunità. Non possiamo recepire dall'Europa solo i rapporti da osservare deficit-pil. No, noi vogliamo un'Europa diversa. Più vicina ai popoli e meno alle banche e alla finanza”.