L'editoriale di Tiziana Montinari*
In principio ci fu la grande trattativa seguita dall’ultimatum e dall’incubo franchi tiratori. Poi si è passati alla preghiera di eleggere un galantuomo, un arbitro. Chi meglio di un Giudice Costituzionale? Sergio Mattarella di stirpe scudocrociata e morotea sembra incarnare perfettamente l’ideale di Presidente della Repubblica pensato da Renzi.
Ma è al contempo davvero molto distante dal concetto renziano di rottamazione in quanto rispondente maggiormente, rispetto ad altri candidati in lizza, a schemi “da Prima Repubblica”.
E allora viene da chiedersi dov’è e cos’è il nuovo che avanza promesso dal Renzi neonominato? Mai come ora avremmo bisogno di recuperare un po’ del nostro orgoglio nazionale. Ed il potere necessita di novità per potersi nutrire del consenso del popolo.
Al Quirinale si giunge per chiamata e la moralità conclamata della più alta carica dello Stato è una condicio sine qua non per poter degnamente rappresentare un popolo in grandi difficoltà come quello italiano al quale, oltretutto, è negata la possibilità d’elezione diretta del proprio Presidente.
Al netto di qualsiasi giudizio possibile sulla figura di Mattarella, il fatto che i post comunisti abbiano sostenuto un cattolico borghese ha del paradossale e viene da pensare che l’ironia profetica di Craxi, quando affermò che i comunisti moriranno democristiani, possa realmente concretizzarsi.
Ha un segnale politico chiaro questo risultato: il centrodestra non esiste più. Nelle sue diverse rappresentazioni di continuità di potere o ancora meglio di promessa di potere il centrodestra nel gioco delle tattiche si è contorto fino a spezzarsi, diviso e asservito a Renzi.
Auspico che sul piano della lealtà, correttezza e competenza istituzionale il neo eletto 12° Presidente della Repubblica possa realmente rivestire il ruolo di reggente super partes perché se è vero che non tutto il passato è da buttare neanche il presente è tutto da conservare.
E’ nel futuro che dobbiamo investire e nelle parole pronunciate subito dopo la notizia dell’ elezione si legge la sua consapevolezza che gli italiani sono un popolo che merita di risollevarsi dalla crisi e dai tanti problemi sociali attuali a maggior ragione in un periodo di grandi incertezze e smarrimenti come quello che sembra coinvolgere tutti i settori delle nostre istituzioni.
Non è il Presidente che avrei scelto ma nell’augurargli buon lavoro spero che operi nell’imparzialità da uomo probo e intellettualmente libero, e che lavori soprattutto per l’unità.
*Dirigente Nazionale Fratelli d’Italia – AN