Mps, larghe intese tra i parlamentari salentini

Fronte comune dei deputati per un tavolo sul caso della Monte Paschi di Siena. Fitto, Capone, Marti e Palese appoggiano la richiesta della Bellanova e depositano l’interrogazione.

Un’interrogazione per sollecitare i ministri del Lavoro e dell’Economia all’apertura di un tavolo interministeriale con tutti i soggetti coinvolti nella vertenza Monte Paschi, per “individuare ogni possibile strada che abbia come interesse preminente la salvaguardia dei livelli occupazionali”.

Con questo obiettivo è stata depositata un’interrogazione, che vede proponente e prima firmataria la parlamentare Pd Teresa Bellanova, e a seguire i deputati dell’intera delegazione parlamentare salentina Raffaele Fitto, Salvatore Capone, Roberto Marti, Rocco Palese.

Sollecitazione non nuova dal momento che, come la stessa Bellanova ricorda, già “nel luglio 2012 ho posto il problema dei lavoratori della Banca MPS che aveva annunciato un processo di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale, con il Piano di impresa 2012-2015, facendo emergere non poche preoccupazioni tra i lavoratori operanti presso il gruppo”.

L’interrogazione ripercorre gli ultimi diciotto mesi e salda intorno all’esternalizzazione del back office annunciata dalla Banca i paradossi della vicenda, tra cui la particolare penalizzazione del territorio salentino e le informazioni, in un primo tempo diramate dalla Banca, circa “una nuova società in partnership con un nuovo soggetto, e che avrebbe visto il MP come azionista”, funzionale all’esternalizzazione, smentite poi successivamente dal concatenarsi dei fatti. “L’attuale situazione”, si legge nell’interrogazione, “vede come unici soggetti interessati a divenire azionisti di questa nuova società due aziende non bancarie, Bassilichi e Accenture. La Banca”, proseguono i firmatari, “si è di fatto defilata, e se per un anno ha sostenuto con mercato e lavoratori che non avrebbe esternalizzato, ma solo ‘societarizzato’, mille dipendenti con le relative attività, oggi a pochi giorni dalla realizzazione del progetto scopre le carte e scompare della compagine azionaria del nuovo soggetto”.

Non solo. “Dalle informazioni raccolte dai lavoratori”, prosegue l’interrogazione, “sembrerebbe che le società interessate all’acquisizione delle attività oggetto di esternalizzazione non siano nelle condizioni di offrire garanzie adeguate in una prospettiva di lungo termine. Nello specifico, infatti,  Bassilichi sarebbe un gruppo composto, ad oggi, da circa 1.100 dipendenti per i quali pare siano in atto procedure di riduzione dell’orario di lavoro, di cassa integrazione e solidarietà.  Accenture sembrerebbe essere una società da anni interessata ad operazioni di outsourcing che pare abbiano portato alla precarizzazione di molti lavoratori (es. vertenza lavoratori Tess)”. A giusta ragione, dunque, “i lavoratori lamentano che non si parla di piano industriale, ma semplicemente di taglio dei costi operato solo sul personale e chiedono, come sia possibile che MPS ceda le attività ed i lavoratori che le svolgono ad una nuova società che promette di fornire a Bmps le stesse attività, con lo stesso personale, dietro il pagamento di un canone ben più basso del costo del personale stesso”.

Ecco dunque la necessità di un’azione forte e autorevole che porti allo stesso tavolo tutti i soggetti coinvolti nella vicenda. Come sottolinea proprio Teresa Bellanova: “Il Salento non può permettersi la perdita neanche di un solo posto di lavoro, ormai. Faremo tutto quello che è in nostro potere per scongiurare un’offensiva di questa portata”.



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