
Quando per farsi rispettare o, quantomeno, ascoltare dai propri alunni, non basta essere maestri o catechisti, interviene l’oratore. La società è cambiata e, con essa, le nuove generazioni, ma più di tutte è cambiata la figura dell’insegnante, nei confronti del quale si nutriva non solo più rispetto ma senza’altro anche un timore forse esagerato, quasi come se la sua natura non fosse quella di persona, ma quella appunto di docente.
“Gli oratori sono il ponte laico tra Chiesa e strada e svolgono ancora una funzione sociale rilevante, soprattutto nei piccoli centri e nelle periferie più degradate”.
Lo ha affermato l’assessore regionale al Welfare, Salvatore Negro, davanti alla III Commissione consiliare che nella giornata di oggi ha incardinato il ddl con cui viene riconosciuta agli oratori la loro funzione sociale.
Gli obbiettivi da raggiungere con questo provvedimento sono ben chiari: riduzione della marginalità sociale dei soggetti, soprattutto minori e a rischio di devianza e discriminazione; conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e sostegno alle responsabilità genitoriali delle famiglie; sviluppo dei percorsi socio-educativi per la crescita delle persone, animazione territoriale a supporto dei processi identitari delle comunità e dei processi di rigenerazione urbana dei quartieri degradati nei contesti urbani e di piccoli comuni e zone rurali.
“Abbiamo avvertito la necessità di rafforzare il quadro normativo attraverso una legge che riconosca agli oratori la loro identità di ponte laico tra chiesa e strada – prosegue l’Assessore – e mette meglio a fuoco gli strumenti e le opportunità per svolgere nel modo più efficace la collaborazione pubblico-privato a beneficio delle famiglie e dei ragazzi, destinatari finali delle attività sociali e aggregative degli oratori”.
Dal riconoscimento agli oratori della loro funzione in ambito sociale ci si aspetta dunque in generale un miglioramento che coinvolga quelle fasce sociali penalizzate da fattori economici, problemi familiari e di altro genere, che sentono quindi il bisogno di una figura che colmi quel divario che c’è tra il loro mondo e quello della Chiesa e della scuola. Chi chi meglio di un oratore può svolgere questa mansione?
Elena Corsini