Nel Salento l’oro più prezioso è il mare. No alle trivelle

Il Salento alza la voce contro il rischio, sempre più concreto, che il mare sia scandagliato alla ricerca del petrolio. Manifestazione di protesta del Movimento Regione Salento sul lungomare Cristoforo Colombo di Santa Maria di Leuca.

Se si tratta ‘solo’ di scegliere tra il paesaggio e il petrolio, il Salento non ha dubbi: il mare non si tocca, né ora né in futuro. Non è più solo un fantasma, come quelle piattaforme per le ispezioni sismiche apparse all’orizzonte durante l’estate e immortalate con i telefonini da qualche attento osservatore che ha poi postato le foto sui social network. Da San Cataldo a Santa Cesarea Terme, queste imponenti strutture galleggianti apparse ‘in silenzio’ al largo delle coste salentine, avevano insinuato più di qualche dubbio. Ma l’inquietante interrogativo «e se stessero cercando il petrolio?» era rimasto allora senza risposta. Da quando una società americana ha chiesto di poter cercare il prezioso oro nero nello specchio d’acqua al largo del Capo di Leuca, non è più solo una paura. Anzi, con l’avvio dell’istruttoria da parte del Ministero dell’ambiente, il rischio trivellazioni sembra materializzarsi sotto gli occhi di chi non ha ancora accettato un altro progetto considerato impattante per l’ambiente, quello del contestatissimo gasdotto della Trans Adriatic Pipeline.
Come se non bastasse, le ispezioni dovrebbero essere eseguite tramite la discussa tecnica dell’air gun, ovvero spari di aria compressa verso i fondali, considerati estremamente dannosi per la vita della flora e fauna marina. Così, questa volta onde evitare di ripetere gli “errori” del passato, il Movimento Regione Salento ha deciso di  urlare a gran voce «No alle trivelle» in un sit in organizzato sul lungomare Cristoforo Colombo di Santa Maria di Leuca.

«Le trivelle avranno ripercussioni gravissime sul paesaggio, distruggeranno il nostro mare, la flora e i fondali marini, una pessima cartolina turistica, con benefici inesistenti sul territorio e con buona pace degli accordi tra Renzi e le compagnie internazionali. La Regione Puglia deve intervenire –ha affermato il Presidente del Mrs, Paolo Pagliaro–  proponendo un ricorso in merito allo Sblocca Italia, che a nostro giudizio è un decreto incostituzionale. Non può privare i cittadini dei territori della possibilità di poter determinare delle scelte così importanti per il proprio futuro. Noi vogliamo che ci sia una forte presa di posizione, in maniera bipartisan, ma senza ipocrisia».

Al fianco dei militanti del MRS, anche Forza Italia e Fratelli d'Italia. In prima fila a ribadire il no, senza se e ma, c'era il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, Pierpaolo Signore, coordinatore regionale di Fratelli d'Italia con  Roberto  Tundo,  i sindaci di Guagnano, Gagliano del Capo, Salve e consiglieri di altri comuni. Presente anche consigliere regionale di Fi, Luigi Mazzei che proporrà un ordine del giorno per dichiarare l'incostituzionalità dello Sblocca-Italia «Il nostro no alla trivellazione delle coste salentine è chiaro e deciso. Per questo vogliamo essere accanto ai sindaci ed ai cittadini di quei comuni che vedono sorgere al largo delle proprie spiagge impianti che hanno l'unica finalità di cercare l'oro nero senza condividere con le comunità ogni necessaria strategia di crescita e sviluppo. Dopo ciò che è accaduto con il gasdotto di Tap – ha dichiarato il consigliere di Fi-  per evitare ogni forma di confusione istituzionale dovuta alla confusione politica in cui si trova la Regione Puglia, non abbiamo perso un secondo e subito siamo scesi in piazza a dire da che parte stiamo».

Poi la critica «è innegabile che la maggioranza che governa la Puglia e che sostiene Renzi parli due lingue diverse: nel Salento è contro le trivelle ma a Roma vota per la conversione dello Sblocca Italia che a noi pare assolutamente incostituzionale; si dicono convinti sostenitori delle ragioni delle comunità salentine in Puglia, ma a Roma reggono il codazzo del presidente del Consiglio che calpesta le autonomie locali. Adesso basta, evitiamo che accada ciò che si rischia si verifichi a San Foca proprio per la babele di linguaggi nel centrosinisttra; cerchiamo di far seguire i fatti alle parole e cerchiamo di supportare convintamente l'ecosostenibilità del progresso salentino, altrimenti per l'ennesima volta avremo capito a che gioco giocano il Pd e Sel».



In questo articolo: