“I Comuni si dotino di panchine inclusive, basta emarginazioni’, la nuova sfida di Raffaele Longo

Il responsabile provinciale di Forza Italia per la tutela dei diritti umani sta conducendo una battaglia per convincere le amminitrazioni a dotarsi di questi importanti arredi urbani.

E’ possibile immaginare di trovare nelle nostre città piazze e parchi con panchine inclusive? Forza Italia lancia la sfida. Da sempre le panchine rappresentano luoghi di aggregazione, di incontro, di discussione, di dialogo. Lo sono per le persone anziane che sulle panchine di piazze e parchi dei nostri paesi vivono la loro socialità; lo sono anche per i più giovani che si incontrano e si confrontano proprio su quegli arredi urbani. Ma è indubbio che la sensibilità pubblica sempre più crescente ci faccia vedere le panchine, a volte, anche come luoghi di mancata inclusione; chi vive una condizione di disabilità troppo spesso è emarginato da questi contesti di incontro e socializzazione.

Per questo, la nascita delle panchine inclusive, progettate e costruite per accogliere chi si accompagna ad ausili per la mobilità, potrebbe abbattere il problema alla radice. Ci vuole solo la sensibilità da parte degli amministratori pubblici che dovrebbero prevedere l’acquisto di questi arredi nei contesti in cui sono previsti. E’ questa la battaglia che sta conducendo Raffaele Longo, responsabile provinciale di Forza Italia per la tutela dei diritti umani.

“È importante agire per la tutela dei diritti umani delle persone con disabilità  – scrive in una nota Longo -; questo significa considerare la disabilità non come una malattia (modello medico), ma come un rapporto sociale tra le caratteristiche delle persone e l’ambiente (modello bio-psico-sociale). Un modo di pensare sancito dall’Oms e dall’Onu. Promuovere l’inclusione significa quindi lavorare per cambiare le regole del gioco e far sì che ogni persona, indipendentemente dalla propria condizione, non subisca trattamenti differenti e degradanti, non viva o lavori in luoghi separati, abbia le medesime opportunità di partecipazione e coinvolgimento nelle scelte che la riguardano”.

In questi anni tanti sono stati i passi avanti in favore dell’inclusione, a tutti i livelli. Si tratta di cambiare paradigma culturale, si tratta di cambiare approccio verso le persone che meritano di vivere una vita serena. Del resto basta andare in molti parchi per rendersi conto che spesso è possibile trovare dei giochi e delle giostrine appostitamente costruiti per bambini con handicap motori. Perchè non proseguire su questa importante strada?

“Significa agire nei confronti della società e dei territori – conclude Raffaele Longo – per renderli inclusivi, cioè capaci di dare concretezza – modificandosi quando è necessario – al diritto di cittadinanza di tutte le persone, indipendentemente dalla loro condizione. Quello dell’ inclusione sociale è un concetto che rappresenta un approccio avanzato rispetto ai processi d’integrazione sociale su cui per anni si è concentrata l’attenzione di quanti si sono occupati di disabilità. Agire sulla società e sul territorio implica la necessità di ampliare l’attenzione dalla dimensione dell’individuo a quella dei sistemi relazionali in cui ogni individuo a tal proposito è importante lavorare sul tema inclusione e benessere,curare il territorio per curare le persone, andando oltre l’erogazione dei servizi alla persona ma lavorando anche su come creare inclusione utilizzando i spazi pubblici. Un modo è quello di installare delle panchine che favoriscano l’ inclusione”.



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