Sono 22 mila i pensionati della provincia di Lecce che riceveranno nei prossimi giorni la comunicazione da parte dell’Ente pensionistico, pena il blocco delle prestazioni.
Ieri sono arrivati fino nella Capitale per manifestare il proprio malcontento, oggi sono i destinatari di missive decisamente poco gradite da parte dell’Ente di Previdenza. Parliamo dei pensionati, di quell’esercito di contribuenti che si dice tartassato da tasse e grimaldelli.
Lo Spi Cgil annuncia che sono 22.000 (7.000 fanno capo all’INPS di Lecce, 11.000 a quella di Casarano, 4.000 inviati dalla sede Centrale) i pensionati destinatari, in questi giorni, delle lettere di indebito, con blocco o rimborso delle prestazioni. I dati sono stati forniti nel corso dell’incontro con l’INPS richiesto nei giorni scorsi da sindacati dei pensionati e dai patronati.
L’incontro ha sortito alcuni risultati che possono aiutare a risolvere le questioni in tempi brevi e hanno partecipato per l’INPS, la direttrice Rossana Levari, il presidente del Comitato Raffaele Miglietta, i funzionari Vincenza Pasqua e Pino Errico; per i sindacati, Salvatore Merola (SPI CGIL), Francesco Botrugno (FNP CISL), Luigi Di Viggiano (UILP UIL); per i patronati, Oronzo Pasanisi (INAS), Gioacchino Marsano (INCA), Giacomo Latino (ITAL), Loredana Tundo (ACLI.
I rappresentanti dei pensionati hanno, prima di tutto, lamentato una serie di problematiche: la mancata comunicazione dell’arrivo di così tante missive, cogliendo impreparati i destinatari ad affrontare il prevedibile affollamento delle sedi comunali; la genericità delle notizie contenute nelle richieste; l’errata corrispondenza dei redditi degli anni di riferimento; l’impossibilità a visionare on-line le posizioni tramite la casella dedicata, a causa della sospensione sino a oltre metà dicembre dei programmi, la non esclusione delle rendite svizzere. Per queste ultime, “un errore che si ripete ogni fine anno”, la direzione si è impegnata a intervenire presso la sede centrale affinché, nel modello RED, queste prestazioni siano indicate come esenti dal reddito complessivo.
Per evitare la sospensione e il recupero delle somme, le rappresentanze sindacali hanno convenuto di presentare domanda di ricostituzione delle pensioni, da esaminare in via prioritaria, sia per quanto riguarda quelle per invalidità civile, sia per quelle ordinarie, una volta verificato l’errore nei modelli RED.