“Concordato preventivo un bluff. Fondiamo Lupiae con Sgm per il futuro dell’azienda”. La proposta di Messuti

Per il Consigliere di centrodestra la procedura proposta dal sindaco porterebbe solo all’anticamera del fallimento. La soluzione percorribile una fusione tra la partecipata in crisi e Sgm.

La fusione tra due società, Sgm e Lupiae Servizi allo scopo di salvare quest’ultima ed evitare una crisi aziendale (che coinvolgerebbe centinaia di famiglie) di dimensioni mai viste a Lecce.

È questa la strada tracciata dal Consigliere comunale, Gaetano Messuti, una strada studiata insieme a un team di professionisti in Diritto Commerciale e Fallimentare “Di cui mi riserbo di non fare i nomi”, che salverebbe la società partecipata di “Palazzo Carafa” dal concordato preventivo “Che solo di spese per i professionisti comporterebbe la cifra di oltre 400mila euro” e, probabilmente, da morte certa.

“Il concordato preventivo sarebbe un bluff prima di tutto perché darebbe vita a una procedura che non coglierebbe nel segno, con costi altissimi che si aggirano intorno ai 450mila euro”, ha affermato il l’avvocato nel corso di una conferenza stampa per illustrare un piano di salvataggio alternativo.

“Inoltre – prosegue – non raggiungerebbe il vero obbiettivo quello di superare la crisi aziendale, non raggiungerebbe le maggioranze previste dalla proposta concordataria e l’unica possibilità per giungere alla maggioranza sarebbe quello di degradare il debito privilegiato a debito chirografario, quindi, abbatterlo. Qui esce fuori, penso, il ricatto morale perché in questo caso il sindaco non procederebbe autonomamente assumendosi le responsabilità dell’amministratore andando a operare un taglio, una decurtazione alle competenze dei lavoratori, lasciando che sia il Commissario nominato dal Tribunale a fare ciò”.

La fusione Sgm-Lupiae servizi

“Gli strumenti per salvare Lupiae, però, esistono, sono previsti dalla legge fallimentare. Attuando l’articolo 182 bis della suddetta normativa sarebbe possibile compiere una ristrutturazione, evitare i costi del concordato, non far intervenire il Commissario e avvalersi del Tribunale fallimentare solo in sede di omologa dell’accordo raggiunto, ma soprattutto avvalersi della spalla forte del Prefetto che diventerebbe la figura di garanzia nel momento in cui si raggiungono e si sottoscrivono accordi con tutta la platea dei creditori, anche a attraverso una dilazione delle somme dovute a titolo dell’accordo transattivo.

Nel 2020 cesserà l’esperienza di Sgm, in questo caso sarebbe possibile ipotizzare nell’accordo di ristrutturazione la realizzazione di un’unica società mista pubblico-privata, anche conferendo i capitali di maggioranza al privato e inserendo la debitoria transatta all’interno soprattutto di quella che sarà l’individuazione del futuro partner privato e creare una nuova società, con un unico Consiglio di Amministrazione, un unico gestore di tutto ciò che è l’apparato amministrativo, ma soprattutto maggiori garanzie per i lavoratori. Questa è una soluzione che abbiamo cercato di offrire anche con i colleghi grazie all’ausilio dei professionisti. A questo punto non ci si venga a dire che la nostra è una critica vocata solo a distruggere. Stiamo offrendo una soluzione e invochiamo da parte del sindaco Salvemini, che è determinato in maniera pervicace all’adozione della procedura del concordato preventivo, una riflessione perché l’Ordinamento consente soluzioni non invasive e se venisse portata avanti l’ipotesi del concordato l’epilogo sarebbe la dichiarazione di fallimento e a questo punto il primo cittadino si assumerebbe una grossa responsabilità”

La situazione debitoria di Lupiae

“Per quel che riguarda lo stato debitorio della società ci troviamo di fronte a quasi tre milioni di euro di crediti che competono per Tfr e dipendenti; altrettanti sono le spettanze dovute a Erario e Previdenza e poi abbiamo banche e fornitori. L’unica strada percorribile per raggiungere la maggioranza, ripeto, sarebbe quello di declassare al 100% il credito privilegiato  dei lavoratori facendolo passare a credito chirografario che può essere abbattuto transattivamente. Diversamente la proposta concordataria nasce monca.

La procedura dell’accordo di ristrutturazione, quindi, eviterebbe i costi esosissimi del concordato preventivo e garantirebbe una capacità dialettica e dinamica con la platea dei creditori, sia essa privilegiata o chirografaria”

La possibilità di salvare tutti i lavoratori

“Con il piano che ho proposto si potrebbero salvare tutti i lavoratori, perché se lo sbocco finale è quello della nascita di una società unica che contempli tutti i servizi, penso che in questa proposta ci sia la totalità degli impiegati, siano Sgm o Lupiae”.



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