‘Al Comune di Lecce le firme si raccolgono ancora con carta e penna’, il Comitato Popolare Leccese chiede la petizione digitale

Emanuele Vilei, coordinatore del CPL, chiede ai consiglieri comunali di Lecce di adottare la sua proposta modificando lo Statuto: ‘Si velocizzerebbe tutto, eliminando carteceo, autentiche e…furbate’.

Viviamo nell’era di internet, della smart e digital society. Non c’è cosa che non possa essere fatta stando comodamente davanti alle proprie apparecchiature informatiche. Stiamo lentamente cambiando perfino modo di fare la spesa e di abbigliarci, visto che senza muoverci da casa possiamo tranquillamente ordinare tutto ciò che deve finire in dispensa o in frigorifero; senza spostarci possiamo aspettare l’arrivo di un pacco e utilizzare il nostro specchio quasi fosse un camerino avendo anche la possibilità di restituire ciò che non ci piace e non ci va facendocelo rapidamente cambiare.

Ma la politica è proprio di coccio, sempre refrattaria a tutto, a qualsiasi novità, anche a quelle che potrebbero significare maggiore partecipazione. Il tanto atteso coinvolgimento degli elettori di cui tutti si riempiono la bocca ma poi non fanno nulla per renderlo effettivo.

È quanto accade per la raccolta firme dei cittadini meglio nota come petizione. Stiamo parlando di un diritto che hanno tutti i cittadini italiani di rivolgersi alle Camere per chiedere di adottare provvedimenti legislativi oppure per esporre delle necessità comuni che vadano a colmare i vuoti di legge del nostro ordinamento giuridico a o risolvere determinate situazioni.

Si badi bene che la petizione è uno dei più importanti strumenti di democrazia diretta che i cittadini possono utilizzare. Ma come fa notare il Comitato Popolare Leccese, attualmente, la raccolta firme prevede un sistema molto complicato, farraginoso e difficoltoso. Una modalità che deve essere certamente semplificata.

«Perché  – si chiede Emanuele Vilei, storico referente del CPL  – non si ammette il ricorso al sistema di raccolta firme digitali che eliminerebbe il cartaceo, l’autentica e velocizzerebbe i tempi di raccolta delle stesse?».

Basterebbe inserire la raccolta delle firme digitale nello Statuto Comunale, cosa che potrebbe essere effettuata in tutti gli uffici comunali. A suggerirlo un Comitato sempre attento alla partecipazione dei cittadini. Perché non ascoltare una voce che viene dal basso e che mira alla vera semplificazione?  Per non parlare poi delle furbate che eliminerebbe…