Continuano le proteste dei pescatori, norme europee non adatte al Mediterraneo: “mettono in ginocchio il settore”

Continua lo stato di agitazione dei pescatori. Al centro della questione, l’obbligo di usare reti a maglie più larghe, pena sanzioni.

Continua lo stato di agitazione dei pescatori pugliesi che, nei giorni scorsi, hanno protestato a causa delle direttive comunitarie sulla pesca. Sarebbe la tipologia di reti a creare problemi ai pescatori, con l’adozione di reti a magli più larghe che penalizzano pesantemente i pescherecci italiani.

Solo qualche giorno fa, il 26 marzo, il presidente della Provincia Stefano Minerva ha ricevuto una delegazione di pescatori a seguito del sequestro delle imbarcazioni e delle attrezzature da pesca da parte della Capitaneria di Porto del comune di Gallipoli. La misura della rete sarebbe il motivo del sequestro, reti di dimensioni più ridotte rispetto a quelle volute dalla Comunità Europea.

A pagare il caro prezzo dell’adozione di maglie più larghe saranno soprattutto i pescherecci italiani nel Mar Mediterraneo, popolato da specie di pesce azzurro con una pezzatura che consente loro di sfuggire alle reti volute dalle direttive europee. I controlli stano mettendo in crisi il settore, lamentano i pescatori, con delle sanzioni che sfiorano le decine di migliaia di euro.

Non sono in dubbio le norme di sicurezza che muovo le direttive europee ma “la città di Gallipoli”, dichiara Minerva a proposito degli scioperi, “pur nel rispetto dovuto alla legislazione comunitaria, si schiera in modo convinto e deciso in favore dei nostri, atteso che ritiene fondate e motivate le loro ragioni. Non è possibile, infatti, utilizzare uno stesso metro di valutazione dalla Scandinavia al Mediterraneo, atteso che le tipologie di pescato sono non solo differenti ma diametralmente opposte. Per questo motivo, nulla quaestio su quanto concerne le norme di sicurezza e la taglia del prodotto pescato, ma sulla questione relativa alle misure delle reti, credo bisogna fare un’analisi approfondita della questione ed ascoltare le legittime richieste della nostra categoria ittica, che poi sono le stesse di quelle dell’intero territorio salentino e pugliese”.



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