Tutti i beneficiari del reddito di cittadinanza sono per legge tenuti a svolgere i cosiddetti Puc, ovvero progetti di pubblica utilità. 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16: questo l’impegno che dovrebbe essere restituito alla collettività da chi, trovandosi in uno stato di riconosciuta indigenza, è stato premiato con il tanto discusso – anche se tanto utile – sostegno di stato.
I Puc possono riguardare attività di tipo culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e della tutela dei beni comuni.
A Lecce, tuttavia, i Puc non sono mai partiti. Questa l’amara denuncia di Arturo Baglivo, consigliere pentastellato di opposizione ed ex candidato a sindaco dei Cinquestelle. «Oggi in Commissione Servizi Sociali avrebbero dovuto esporre questi progetti ma così non è stato, per l’assenza, motivata da “improvvisi precedenti impegni presi”, del dirigente dei servizi sociali».

Eppure il decreto del Ministro del Lavoro è chiaro riguardo alla titolarità dei comuni che si devono raccordare a livello di ambito, per un’ordinata gestione di tutte le attività. Il fatto è che Lecce, prosegue nella sua disamina Baglivo, fa parte di un ambito territoriale sociale che non coincide con il solo capoluogo, bensì si estende ad altri 9 comuni, cosa che aumento il ritardo e le inefficienze.
«Sarebbe diverso se l’ambito corrispondesse al solo territorio leccese, se Lecce fosse ambito a sé come tutte le altre grandi città pugliesi. Ma così non è!»

Il Movimento 5 Stelle in varie occasioni ha presentato interpellanze per incalzare la maggioranza in merito all’adozione di progetti di pubblica utilità da far svolgere ai percettori di reddito di cittadinanza, ma ad oggi non si sono avuti risultati: «il reddito di cittadinanza con i Puc rappresenta un atto innovativo e rivoluzionario nel percorso della costruzione di un sistema di welfare moderno, un patto rinsaldato tra Stato e cittadino che consente l’inclusione e il reinserimento nella vita sociale attiva. Ci auguriamo che il dibattitto consenta l’individuazione di progetti condivisi e soprattutto faccia chiarezza su quello che è il ruolo dell’ambito nella gestione dei servizi sociali leccesi».
