Regionali e voto disgiunto, Michele Emiliano “molti elettori leghisti hanno votato per me”

Alla domanda di Augusto Minzolini se avesse “cercato” voti nel centrodestra, Michele Emiliano ha risposto senza mezzi termini

«Nessuno è proprietario di nulla. Noi non siamo padroni dei voti dei cittadini che votano in un modo alle comunali, in un altro alle regionali e in un altro ancora alle politiche o alle europee. Sia io che Vendola, sin dal 2004, sapevamo perfettamente che in Puglia il centrosinistra di suo arriva al 20-22%, quindi se si vuole vincere bisogna allargare la coalizione. Se la Lega è passata dal 25% delle Europee al 9% di ieri pomeriggio, vuol dire che molti elettori leghisti hanno votato per Emiliano. Poi in altri appuntamenti elettorali si comporteranno in maniera diversa».

Se Michele Emiliano non difetta di qualcosa è certamente la chiarezza e la semplicità nel farsi comprendere da tutti. Per questo suo modo è chiamato ‘populista’, molto probabilmente è più in sintonia di altri con il polso, il cuore e forse anche la pancia degli elettori.

Alla domanda non tanto sibillina di Augusto Minzolini che, durante la trasmissione di approfondimento ‘L’aria che tira’ in onda su La7 chiedeva al Governatore di Puglia se avesse deciso di fare una campagna elettorale trasversale con un occhio di riguardo al centrodestra visto che con i Cinquestelle aveva capito da tempo che non c’erano margini per replicare l’alleanza che tiene in piedi il Governo Conte 2, l’ex magistrato non ha perso tempo per girare intorno con le parole.

Ha detto chiaramente che il M5S, dati alla mano, ha fatto male i suoi calcoli, che il voto degli elettori non è proprietà di nessuno, che il consenso non può essere tenuto in ostaggio e che certamente dal centrodestra in molti hanno votato per lui utilizzando lo strumento del voto disgiunto.

Per questo in Puglia in molti sono andati a controllare la performance elettorale del partito di Matteo Salvini, crollato in pochi mesi dal 25,2% delle elezioni europee al 9,9% delle elezioni regionali. Dove sono andati questi voti? Il partito e il suo leader non piacciono più? Oppure a livello regionale si è creato un cortocircuito tra il candidato scelto da Giorgia Meloni (Raffaele Fitto) e i dirigenti della Lega (tra i quali il senatore leccese Roberto Marti che con Fitto non ha certamente un gran rapporto)?

Non si scopre certo l’acqua calda ricordando che nessuno più della Lega si era messo di traverso all’individuazione della candidatura di Raffaele Fitto. Furono giorni difficili per il centrodestra quelli in cui il carroccio pugliese candidò Nuccio Altieri per far saltare la convergenza sull’europarlamentare magliese.
Poi, come si sa, il tavolo nazionale mise a tacere tutto e Raffaele Fitto si è trovato a guidare una coalizione che unita forse lo era soltanto sulla carta.

Potenza della volatilità del voto, della capacità luciferina degli elettori di usare lo strumento del voto disgiunto. O forse potenza dell’incapacità dei partiti di raccogliere i malumori della gente, di pensare che tutto passi, che tutto si dimentichi, che l’imposizione funziona meglio della condivisione. Chissà.

Emiliano l’ha detta in maniera più chiara: ‘Molti elettori leghisti oggi hanno votato per me, domani si vedrà’. Come dargli torto…



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