A Lecce ha vinto Salvimini, un vero e proprio voto disgiunto tra europee e comunali

La Lega di Salvini, primo partito in città con il 23% alle Europee, è sparita come tutto il centrodestra nelle comunali. Sta tutto qui il messaggio chiarissimo degli elettori leccesi.

I leccesi, dimostrando di saper usare molto bene la matita e la scheda elettorale, hanno scelto Salvimini. No, non è un errore di battitura, è una sintesi perfetta del voto di domenica. All’indomani dello spoglio la città si scopre con una doppia anima: innamorata di Matteo Salvini e, allo stesso tempo di Carlo Salvemini. Una cosa impensabile che forse non si può nemmeno spiegare, ma non impossibile nel capoluogo barocco che ha premiato nei seggi il Ministro dell’Interno e che ha osannato il candidato della coalizione civica, moderata e progressista.

Per noi gli elettori hanno sempre ragione e non sono fessi quando si esprimono in un senso e geni quando lo fanno in un altro. Il rispetto o lo dai sempre o non lo dai mai. Né ci piace lasciarci andare in dolcezze diabetiche per elogiare il vincitore né esondare di rabbia, scagliandoci contro gli sconfitti. C’è sempre una ragione dietro ad ogni simbolo crociato. È evidente che i leccesi abbiano scelto Salvemini perché lo hanno ritenuto migliore e più affidabile dei competitor e di tutto il mondo che c’era dietro agli avversari.

Gli elettori hanno perdonato al Sindaco uscente anche qualche inciampo nei 18 mesi di Governo pur di non vedere in città visi e facce che non volevano più incontrare. Se il centrodestra leccese non capisce questa ovvietà è destinato a passare di sconfitta in sconfitta. È inutile che adesso, sempre gli stessi, si preparino alla battaglia delle regionali perché Emiliano, deux ex machina di tante vicende elettorali, se li mangerà in un sol boccone.

Alle 16.00 parlerà Saverio Congedo al comitato di viale Japigia e si prenderà le colpe di una sconfitta che, secondo noi, senza di lui sarebbe stata ancora più forte. I ‘fenomeni’ che, invece, pensano ancora di fare e disfare a loro piacimento avranno tutto il tempo per dire che con un altro candidato non ci sarebbe stata partita. E che loro… lo avevano detto.  Noi staremo a guardare alla finestra, convinti che il clima da stadio non aiuti e soprattutto che Lecce sia una città in forte declino economico. Un Sindaco non ha la bacchetta magica e molto poco dipende da lui, ma ha pur sempre il dovere di portarci fuori dalla china pericolosa in cui il capoluogo è finito.



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