Salento candidato a Patrimonio UNESCO: via libera al gruppo di lavoro del dossier

Questa mattina, nella sala consiliare di Palazzo Carafa, si è presentato alla stampa il ‘sogno’ di veder riconosciuta la terra salentina nelle vesti di Patrimonio Mondiale UNESCO. ‘Non solo il barocco leccese, ma anche masserie, ulivi e paesaggio culturale’.

L’intera società civile si muove per cercare di riconoscere alla terra salentina uno dei massimi titoli per le sue testimonianze artistiche e naturali, ovvero quello di Patrimonio Mondiale Unesco. Iniziativa lodevole e illustrata nella sala consiliare di Palazzo Carafa stamattina, assieme al gruppo di lavoro che presenterà il dossier di candidatura e alla presenza – oltre che del sindaco di Lecce, Paolo Perrone – della dott.ssa Tatiana Kirova, membro permanente di ICOMOS UNESCO, cioè il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti. «Occorre preparare un piano di gestione – ha riferito la dott.ssa Kirova – integrato coi beni immateriali anche al di là del barocco. Occorre ampliare al valore paesaggistico degli ulivi e delle tantissime masserie presenti in questa meravigliosa terra».

Presenti all’incontro, oltre all’Assessore Alessandro Delli Noci, anche i sindaci che scenderanno in campo per la candidatura, nel 2017, del Salento. E poi ancora Ippazio Stefano, primo cittadino di Taranto, assieme ai suoi “colleghi” di Casarano, Copertino, Galatina, Galatone, Maglie, Nardò, Otranto, Squinzano e Tricase. Un percorso delineato dal prof. avv. Raffaele Coppola dell’Università degli Studi “Aldo Moro”, nonché Magistrato Vaticano. Oltre ad essi, “Scendono in campo i Lions del Club di Maglie – scrive il Presidente Raffaele Cazzettaper il riconoscimento di questa terra come Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. Gli organizzatori desiderano orientare verso un piano di gestione che non si limiti alle sole e stupende espressioni dell’architettura barocca, ma che le intendano culmine di tutto il “costruito” (riferito agli edifici storici), alla cui base vi sono i nostri ulivi millenari ed il sistema grottale”.

Domani inoltre, alle ore 17.00, presso la sala conferenze delle Officine Cantelmo avverrà una convention organizzata dai Lions in collaborazione col Centro Studi Teknè di Lecce. Si riuniranno amministratori, esperti e studiosi, al fine di presentare nel migliore dei modi l’habitat Salento nel suo complesso. «Una cosa è certa – aggiunge ai microfoni di Leccenews24.it Tatiana Kirova – serve la maturità delle persone insediate nel territorio. Lo si fa con la formazione nelle università, con la vita politica. Eppure, oggi “paesaggio culturale”, non esiste nemmeno nel codice urbano. E  curiosamente, noi che in Europa eravamo l’epicentro di suggerire idee, dopo il 2000 sono stati gli altri continenti a parlare delle necessità di considerare lo sviluppo sostenibile. Vuol dire coniugare paesaggio con la gente che lo abita».

Ma cos’è questo paesaggio? «Siamo noi – continua la dott.ssa Kirova – che l’abbiamo forgiato. Voi avete una grossa fortuna, ovvero gli ulivi secolari. Tempo fa scrissi una petizione al presidente della Repubblica per l’inserimento di queste piante monumentali, sebbene la risposta fu che nel registro Unesco non è possibile iscrivere una sola categoria. Bisogna scrivere l’integrazione del territorio, cioè il paesaggio. Materia è diventata Capitale Europea della Cultura perché vede una continuità. Si dovranno inoltre portare avanti le cosiddette best practice per creare sviluppo».  

«Sono tra le prime sostenitrici dell’idea che bisogni coniugare due aspetti, barocco leccese e paesaggio del Salento. Purtroppo – conclude – in questo territorio, non siamo capaci di fare filiera. Perché lo scalpellino forse è l’ultimo testimone in grado di raccontare la storia della pietra, nonché degli antichi mestieri. Costruire con la pietra non vuol dire nuovi edifici, ma saper integrare una manualità. Qualcuno è ancora in grado di dare continuità a questa storia». 



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