Sblocca Italia, Stefàno si appella a Napolitano: «Ci vuole più tempo»

La vicenda riguarda il decreto legge 133 del 12 settembre 2014, il cosiddetto Sblocca Italia, che sarà inviato all’Aula del Senato a soli 12 giorni dalla scadenza del termine di conversione in legge.

“Dodici giorni per discutere in Senato dello Sblocca Italia sono troppo pochi. Non c’è il tempo adeguato per trattare un provvedimento che impatta sugli aspetti socio-produttivi del Paese. I territori ci affidano le loro preoccupazioni, ma non abbiamo la possibilità di svolgere l’attività emendativa. Presidente, intervenga Lei”.

È questo l’ancorato appello che il senatore Dario Stefàno fa al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, affinché come emerge dalla continuazione della nota sottoscritta dal politico salentino: “sia data la giusta valorizzazione costituzionale all'azione del Parlamento”. La vicenda riguarda il decreto legge 133 del 12 settembre 2014, il cosiddetto "Sblocca Italia", che sarà inviato all'Aula del Senato a soli 12 giorni dalla scadenza del termine di conversione in legge.  

“Serve – spiega Stefàno – un più stretto raccordo con le istanze della società, un efficace controllo sull'attività del Governo e una produzione legislativa delle Camere, come previsto dal dettato costituzionale. Credo insomma sia opportuno superare l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza e ai voti di fiducia sui maxi emendamenti, favorendo una coerente ridefinizione del procedimento legislativo sia per le leggi di iniziativa governativa e parlamentare che per quelle di iniziativa popolare”.

“A titolo di esempio – conclude Stefàno – cito l'art. 38 del decreto, che dispone una liberalizzazione-deregolamentazione delle norme a tutela dell'ambiente, prevedendo la tecnica di ricerca di idrocarburi "air gun". Una tecnica che provoca danni irreversibili all'intero ecosistema marino ed effetti negativi al sistema socio-produttivo della pesca e del turismo. Queste preoccupazioni hanno già mobilitato numerosi cittadini, comitati e associazioni che  si oppongono a misure che nulla hanno a che vedere con il rilancio dell'economia e lo sviluppo del Paese”.



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