«Senza contratto non c”™è¨ futuro», oggi lo sciopero dei bancari

Oltre 300 mila bancari scenderanno in piazza a difendere il contratto aziendale, il Fondo di Solidarietà e il contratto nazionale. Anche nella città di Lecce si annunciano scioperi.

“Per la difesa del contratto nazionale, del contratto aziendale, del Fondo di Solidarietà”. Queste le motivazioni dei più di 300mila bancari che oggi scenderanno nelle piazze di tutta Italia per scioperare contro la disdetta unilaterale e anticipata dei contratti nazionali. Banche chiuse anche a Lecce. 

“Senza contratto non c’è futuro per la categoria”. La disdetta unilaterale del contratto collettivo del lavoro arriva dall’Abi con dieci mesi di anticipo. Dopo 13 anni ( l’ultima protesta avvenne nel 2004 per il rinnovo del contratto di categoria), più di  300mila bancari scenderanno nelle piazze di tutta Italia per scioperare.

L’Associazione  bancari italiani non può più sostenere i contratti a causa dei devastanti scenari economici, così, da giugno 2014, i bancari italiani rimarranno privi di garanzie e certezze,  ma per i sindacati il settore va tutelato con un particolare occhio di riguardo anche da parte del Governo.

Ai presidi previsti in tutta Italia (Roma, Genova, Padova e Milano) parteciperanno anche i dipendenti degli istituti del capoluogo salentino. Per oggi, dunque, banche chiuse, ma i servizi online e di prelievo bancomat rimarranno disponibili.

“Scioperiamo per difendere tutti i diritti dei lavoratori garantiti solo ed esclusivamente dal contratto nazionale – rende noto la Fabi – per denunciare la miopia politica dei banchieri, che vogliono recuperare i 140 miliardi di sofferene bancarie a danno dei lavoratori. Scioperiamo perché vogliamo un modello di banca attento alla clientela, ai territori, ai lavoratori e alle loro famiglie”.

L’agitazione, partita il 16 settembre (giorno in cui l’Abi ha disdettato) si inserisce in un clima locale già teso per via delle proteste dei lavoratori salentini della Monte dei Paschi di Siena che, pochi giorni fa, avevano rivolto un appello ai parlamentari salentini. “Non lasciateci soli”, questo il loro grido contro l’ultimo piano industriale della banca che , secondo i lavoratori, appare come una forte penalizzazione per il Salento e per le sue famiglie. “La  Monte dei Paschi di Siena – hanno dichiarato i dipendenti – ha definito i confini del ramo d’azienda che entro il primo di gennaio verrà ceduto ad una nuova società di servizi (ancora da costituire) dando il via alla c.d. esternalizzazione del back office”.



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