Sigilli alla costa adriatica. La rabbia degli imprenditori «Già le prime disdette»

Sigilli alla costa adriatica. I risvolti sull?economa turistica del territorio iniziano già a farsi sentire. Nella notte le prime telefonate di disdetta dei pacchetti vacanza. Antonio De Finis, imprenditore e proprietario della struttura alberghiera Araba Fenice Village

La notizia è fresca di serata, ma l’allarme ha già compiuto il giro dell’Italia. Su tutte le prime pagine dei giornali non si parla d’altro: quasi venti chilometri di costa adriatica interdetta per rischio frane da Torre Specchia a Sant’Andrea.

“Nella notte sono già arrivate le prime telefonate di disdetta” spiega Antonio De Finis, imprenditore e proprietario della struttura alberghiera Araba Fenice Village a Torre dell’Orso.

“Torno oggi da Berlino per commercializzare il nostro Salento, le nostre spiagge e mi ritrovo a sapere dai giornali che la costa è interdetta. Un fulmine a ciel sereno, un provvedimento troppo affrettato. Di solito, si nominano dei tavoli tecnici a cui partecipano anche gli imprenditori degli stabilimenti balneari” prosegue De Finis.

Le prenotazioni erano state bloccate solo venti giorni fa. Ma la notizia ha fatto già il giro dei social network e il divieto di balneazione ha fatto cambiare idea ai turisti italiani che avevano scelto la costa salentina per trascorrere le vacanze.

“Noi diamo lavoro a 150 dipendenti e su Torre dell’Orso abbiamo mille posti letto – commenta ancora l’imprenditore – questa mazzata non ci voleva. E’ cattiva pubblicità ad una delle mete più ambite d’Italia e del mondo. Si sa che, da due anni a questa parte, il Salento è la prima destinazione di viaggio. E noi cosa facciamo? In un momento di crisi invece di creare posti di lavoro andiamo a bloccare l’unico comparto economico del territorio”.

“Bisogna trovare subito una soluzione – conclude Antonio De Finis – nel dialogo con la politica. Gli esponenti regionali e comunali devono aprire un dibattito con gli imprenditori per individuare, in settimana, un possibile sblocco della situazione”.