C’è maretta nel centrosinistra sulla scelta del candidato a sindaco per le elezioni comunali di Lecce nella prossima primavera. Carlo Salvemini non intende fare alcun passo indietro ma gli alleati scalpitano. Il Partito Democratico resta nel guado tra fedeltà al primo cittadino e desiderio di intestarsi un nuovo corso, vista l’aria che si respira in città di non eccessivo favore verso l’attuale inquilino di Palazzo Carafa.
Il sasso nello stagno lo ha gettato nei giorni scorsi Puglia Popolare che ha tirato in ballo addirittura la candidatura dell’assessore regionale Alessandro Delli Noci, artefice dell’operazione politica che negli anni scorsi ha sottratto l’amministrazione di Lecce al centrodestra dopo 20 anni a guida Adriana Poli Bortone – Paolo Perrone.
In una nota a firma di Francesco Foresio,
Coordinatore Cittadino di Puglia Popolare e
Gigi Valente, consigliere comunale di città, il partito di area civica ha gettato sul tavolo una proposta che scoppierebbe la coppia Salvemini – Delli Noci: ‘La nostra posizione per il rilancio dell’azione amministrativa di Lecce vede alla guida un uomo del civismo moderato come Alessandro Delli Noci. In alternativa, non siamo contrari alle primarie se sono realmente competitive con la presenza di un candidato che rappresenti il civismo oggi largamente rappresentato in Consiglio Comunale.
Non comprendiamo la politica del rinvio attuata dal Pd che non ha il coraggio di esprimersi chiaramente sulla ricandidatura di Salvemini, o peggio lo fa solo nei corridoi’.
Insomma, un invito a Delli Noci a prendere le redini di una coalizione in difficoltà. Le Primarie se servono formalmente a rinforzare Salvemini, senza una reale alternativa, non sono gradite. E la reale alternativa sarebbe la discesa in campo di Delli Noci o l’individuazione di un competitor fortemente ‘dellinociano’, in grado di rendere la competizione probante, significativa alla luce della campagna elettorale successiva.
Delli Noci non sembra, però, essere interessato a spaccare l’asse. Non sarà lui a far fuori Salvemini anche se è consapevole che la sua candidatura spaccherebbe un centrodestra che si è ricompattato sulla candidatura Ugo Lisi e che pregusta il ritorno a Palazzo Carafa in un clima nazionale favorevole che ha fatto ingoiare i vari rospi che in questi anni hanno contraddistinto la mensa di coalizione.
Bisognerà aspettare comunque le decisioni delle segreterie regionali che hanno un punto di vista più largo sulle competizioni elettorali nelle varie cittadine. E ciò crea un clima di stallo; una mossa sbagliata potrebbe creare un effetto domino devastante, quindi meglio prendere tempo che tagliarsi i ponti col passato e soprattutto col futuro.
