Squadre speciali antiterrorismo nelle Questure d’Italia. Silp Cgil Lecce ‘siamo perplessi’

In base ad un nuovo provvedimento governativo, verranno inviate nelle Questure d’Italia agenti di polizia addestrati ad intervenire in caso di attacco terroristico. Ma il sindacato lamenta una scelta che appare anacronistica alla luce delle carenze di risorse e personale.

Pare stiano per arrivare anche a Lecce su disposizione del Ministero, le squadre speciali antiterrorismo che avranno il compito di rispondere alle esigenze di ordine e sicurezza visto che, a seguito di quanto avvenuto sull’altra sponda del Mediterreneo, a Tunisi, i livelli di allerta si sono innalzati. Ma guai a chiamarli 007, poiché il loro il fine non è quello di aumentare i servizi d’intelligence e cioè le investigazioni, ma di fronteggiare i momenti immediatamente successivi a un eventuale attentato terroristico.
 
Gli agenti addestrati ad hoc faranno stanza nelle Questure italiane e arriveranno anche da noi. Ovviamente non mancano le perplessità che già sono state manifestate dal Sindacato italiano lavoratori di Polizia della Cgil dalla cui segreteria viene sottolineato “Non sta al SILP CGIL di Lecce entrare nel merito delle decisioni del Ministero su come affrontare i temi concernenti l’ordine e sicurezza pubblica, la nostra Segreteria Nazionale ha già chiarito quali sono le nostre perplessità, a noi preme porre l’accento su quali sono o potrebbero essere i risvolti sui livelli di sicurezza del nostro territorio”.
 
In particolare, il sindacato pone l’accento sulla mancanza di personale di cui il territorio soffre da tempo, con dure ripercussioni sulla quotidianità, “a fronte delle molte decine di colleghi andati in quiescenza nella provincia di Lecce, pochissimi sono i nuovi arrivati – scrivono dalla segretaria SILP CGIL – Oramai tutti gli Uffici della Questura e della Provincia comprese le specialità sono in grave e cronica sofferenza non riuscendo più a garantire le presenze e i servizi che potevano svolgere fino a due o tre anni fa”.
 
E ancora, il quadro a tinte fosche prosegue con commissariati e polizia stradale  che “non riescono più a mettere una macchina in strada per le intere ventiquattro ore, altri Commissariati sono continuamente e ripetutamente impegnati con gli sbarchi di migranti sulle nostre coste e svolgono turni di servizio anche in supero delle ore di straordinario retribuite senza la certezza che il loro lavoro sarà pagato. Per non parlare del Posto di Polizia Ferroviaria presso la stazione di Lecce che chiude alle ore 20,00 e della Polizia Postale che taluni vorrebbero addirittura chiudere del tutto”.

Insomma, in uno scenario tanto desolante come si può pensare ad offrire servizi extra?Il Ministero dell’Interno, pensa bene di “annunciare” l’istituzione di questi “Reparti Speciali” senza, allo stesso tempo, predisporre, come chiesto da molte OO.SS. compresa la nostra, un provvedimento che consenta di rimpinguare adeguatamente gli organici magari dando seguito all’altro “annuncio” del Primo Ministro Matteo Renzi riguardante l’assunzione straordinaria di 2.500 unità, che sono già vincitrici di concorso ma attualmente in standby – scrive Antonio Ianne dalla segreteria di Lecce – Peccato che l’annuncio del Primo Ministro abbia cozzato con il divieto del Ministero del Tesoro e così il provvedimento, che doveva andare “nel prossimo Consiglio dei Ministri” di due mesi fa, è stato accantonato e addio boccata di ossigeno per gli organici”.
 
A parere di SILP CGIL “l’attenzione per il territorio della Provincia di Lecce non si manifesta con l’istituzione di questi “Reparti Speciali” ma adeguando gli organici a quelle che sono le esigenze quotidiane della cittadinanza, al di fuori di quelle turistiche dei mesi di luglio e agosto”.
 
Un altro interrogativo è quello legato all’età che, normalmente, per i corsi di specializzazione ha un limite massimo di 40 anni ma che potrebbe essere elevato a 45, “altrimenti si corre il rischio di non avere in provincia un numero sufficiente di persone addestrabili poiché siamo una delle Questure italiane con la più alta età media”.
 
In ultimo alcune perplessità legate al reale impiego del personale “perché, con la cronica deficienza di risorse umane, appare invero strano che queste unità siano destinate “solo” a fronteggiare eventuali emergenze, mentre è più probabile che svolgano servizi di vigilanza con il doppio risultato che si tolgono risorse già scarse al territorio utilizzandole per servizi di vigilanza creati solo per “tenerli impegnati”, speriamo non sia così ma il rischio è reale”.



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