C’è chi considera una vittoria schiacciante il 51,4% ottenuto da Stefano Bonaccini che è riuscito a ‘strappare’ l’Emilia-Romagna alla Lega di Matteo Salvini che sulla regione rossa aveva puntato tanto, forse troppo. E chi si allinea alle parole del Capitano che ha voluto ringraziare tutti per la partita, aperta fino all’ultimo minuto, quando non erano ancora state diffuse le prime proiezioni. Una conferenza tutto cuore mentre sembrava ormai certa la sconfitta di Lucia Borgonzoni che si è fermata al 43,63%. Un risultato comunque impensabile in una roccaforte della sinistra (dove domina da 70 anni) difficile da espugnare.
Ci sono tanti fattori da valutare a urne chiuse: dall’influenza delle sardine, ringraziate da Nicola Zingaretti in un primo commento a caldo, ai dati dell’affluenza – altissima. Dalla débâcle del Movimento Cinque Stelle, quasi scomparso dai radar e citato soltanto nel caso del voto disgiunto, scoppiato poco prima del silenzio elettorale quando il nuovo Presidente aveva chiesto ai pentastellati un assist, al risultato positivo di Fratelli di Italia che ha messo in ombra quello poco brillante, anzi pessimo degli azzurri di Silvio Berlusconi fermi al 2,59%.
Chiusa questa tornata, i riflettori sono tutt’altro che spenti. Dopo una piccola pausa per ricaricare le pile, i partiti si ritroveranno faccia a faccia nelle altre regioni chiamate al voto in primavera. Il risultato ottenuto dal centrodestra in Emilia-Romagna avrà, giocoforza, delle ripercussioni anche in Puglia. Forte del suo risultato, Giorgia Meloni farà valere le sue ragioni sul candidato che ha già indicato per correre contro Michele Emiliano e Antonella Laricchia. Quel Raffaele Fitto che non aveva convinto del tutto il Carroccio.
Che cosa accadrà ora? Tanti gli scenari possibili, ma almeno due quelli da prendere in considerazione. Per Matteo Salvini la Puglia potrebbe diventare l’altro cavallo di battaglia su cui puntare tutto, anche la sfida al Governo meno giallo e sempre più rosso, dopo quello perso in Emilia. E, a quel punto, scommettere su un nome “già sentito” potrebbe essere un rischio troppo alto per il leader della Lega, al centro di un fuoco incrociato. E se volesse proporre un suo candidato? Un suo nome? Potrebbe farlo, ma la Lega non può ballare da sola.
D’altro canto, Giorgia Meloni ha ora in mano le carte vincenti, quelle dei consensi ottenuti essendo l’unico partito in crescita costante. E potrebbe pretendere un ruolo da protagonista per Fratelli d’Italia in Puglia, che le era toccata fin dall’inizio quando era stato diviso lo scacchiere.
Tolto il Veneto e la Liguria, governate da uomini del centrodestra, restano da completare le caselle di Toscana, Campania (che Berlusconi rivendica a tutti i costi), Marche e Puglia dove servono nomi forti per vincere “contro i rossi”.
Intanto, questa sera, il vice segretario della Lega, Andrea Crippa, è atteso a Lecce per un appuntamento politico. Chissà che il quadro dall’Hotel Tiziano non esca più chiaro.
