D’amici, d’amore… e di politica. Minerva verso la Regione con Donato Metallo nel cuore

Il post di Minerva è un dialogo ideale con l’amico scomparso, ma anche con tutti quei giovani innamorati della politica e delle comunità.

Ci sono parole che, più che essere lette, si sentono. Quelle scritte da Stefano Minerva, sindaco di Gallipoli, in memoria di Donato Metallo, amico e compagno di tante battaglie politiche e umane, appartengono a questa categoria. Un testo postato sulla pagina Instagram del Presidente della Provincia di Lecce che è insieme confessione, promessa e dichiarazione d’amore per la propria terra, e che lascia intravedere un futuro impegno nelle elezioni regionali in Puglia.

Così dopo Pippi Mellone, sindaco di Nardò, anche Stefano Minerva, sindaco della Città Bella, annuncia la sua discesa in campo nella madre di tutte le battaglie politiche, quelle Regionali che segnano la fine del decennio di Michele Emiliano che aveva avuto inizio a sua volta alla fine del decennio a guida Nichi Vendola. Sullo sfondo i mal di pancia delle coalizioni che si confronteranno nel prossimo novembre, con il centrosinistra che chiuderà il cerchio su Antonio Decaro e il centrodestra che dovrebbe fare sintesi su Mauro D’Attis.

“Lo ammetto. Non me l’ero immaginata così”, esordisce Minerva, parlando di un cammino che non sempre segue i sogni iniziali, ma che porta a incrociare sfide inaspettate e persone decisive quasi che quella candidatura in Via Gentile sia figlia pari pari della tragedia che ha riguardato la prematura scomparsa dell’ ex sindaco di Racale. Già, Donato Metallo: figura indimenticabile, simbolo di una politica fatta di ‘occhi negli occhi’, di gentilezza e di poesia. Un modo di fare politica di chi crede che per cambiare le cose bisogna governarle.

Il post di Minerva è un dialogo ideale con l’amico scomparso, ma anche con tutti quei giovani innamorati della politica e delle comunità salentine che non si rassegnano alla banalità e all’indifferenza.

C’è l’orgoglio delle radici, la forza delle strade percorse insieme, il desiderio di restare “dalla parte delle storie, delle persone, dei nostri Paesi”.

E poi c’è il segnale, chiaro ma non gridato, di una scelta imminente: continuare a servire la comunità, ma da un nuovo orizzonte, quello della Regione. “Con la promessa che così possiamo provare a fare ancora di più”, scrive il sindaco di Gallipoli quasi a suggellare un patto con chi lo segue e lo sostiene.

Minerva chiude con una frase che è il cuore di tutto: “Perché d’amici, d’amore, siamo proprio noi”, riprendendo il titolo del libro di poesie che qualche anno fa il Presidente della Provincia di Lecce pubblicò con Manni Editore.

In queste parole c’è il senso di una politica che non rinuncia alla bellezza, che cerca la profondità anche “in mezzo all’amore”, e che vede nella Puglia non solo un territorio da amministrare, ma una poesia da custodire e far crescere.

Intanto dopo le parole sui social prendono senso anche i manifesti affissi nel Salento a firma di Stefano Minerva.

Perché le candidature ormai non si annunciano, si romanzano piuttosto, si affrescano, si girano come un cortometraggio, si epicizzano come il racconto di un mito. L’ agone politico viene attraversato dal vento della poesia, della filosofia, della cinematografia. Quanto siamo lontani dai tempi in cui Rino Formica, il ministro socialista Rino Formica, con una punta di verità spiegava invece che la politica in fondo è solo sangue e merda.



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